Ha presentato il suo nuovo film alla Festa del Cinema di Roma, ma è anche impegnatissimo in tivù come concorrente di Ballando con le stelle e conduttore di Se mi lasci non vale, il nuovo docureality di Rai Due. Insomma, Luca Barbareschi non ha davvero il tempo per annoiarsi.
Questo è un periodo frenetico per te. Riesci a dormire qualche volta?
«Sì, perché sono metodico e alla sera vado a letto alle 21,30. Così, la mattina posso alzarmi presto, anche prima delle sei. Poi, vado ad allenarmi quattro ore con la mia maestra di ballo. Dopodiché, corro in ufficio, visto che ho anche un’azienda da mandare avanti».
Sapevi già ballare?
«Insomma. Ma non ho avuto dubbi nell’accettare la proposta di Milly, perché volevo sfidarmi, misurarmi su cose che facevo da ragazzo.
Quest’anno festeggio i 50 anni di carriera. Però, il cuore è rimasto quello dei 18 anni. Non ho mai preso lezioni di ballo, ma ho sposato una ballerina della Scala (la prima moglie, Patrizia Fachini, madre di Beatrice, Eleonora e Angelica, ndr). Con la quale mi divertivo come un pazzo ad allenarmi alla sbarra. Ai tempi sapevo fare addirittura la spaccata. Mentre se provassi adesso, credo che mi ritroverei un femore in mano».
Com’è la tua maestra, Alessandra Tripoli?
«Alessandra è bravissima. 20 anni fa avrei perso la testa per lei. Invece, oggi sono innamorato del suo talento. E poi, ha un marito fighissimo».
Ti abbiamo visto emozionarti fino alle lacrime. Te lo aspettavi?
«No, ma come tutte le persone non più giovanissime (ho 68 anni), mi lascio andare alla commozione senza problemi. Ho capito quanto per me sia importante fare il performer. Sono attore, regista, produttore, non devo dimostrare più niente a nessuno».
Questa esperienza ti ha reso più simpatico al pubblico?
«Sento l’affetto della gente che mi ferma per strada e mi abbraccia. In realtà, però, ho avuto problemi solo quando ero deputato: nei miei confronti si erano scatenati invidia sociale e odio. Ne sono uscito con le ossa rotte. Ma posso intestarmi risultati positivi, come l’approvazione della legge contro la pedofilia. Da allora, ho dovuto ricostruirmi e ringrazio Carlo Conti per avermi voluto, dieci anni fa, a Tale e quale show».
Punti alla finale di Ballando?
«Sono competitivo e combatto per vincere. Però, magari fra due settimane mi eliminano».
A casa tifano per te?
«Certo, ma non ho mai voluto essere un’icona per i miei figli. A casa non c’è nemmeno esposta una mia foto».
Come hai conosciuto Elena, tua moglie?
«Ci siamo incontrati per caso una sera, in un bar dietro a Montecitorio. Lei aveva 30 anni, io molti di più. Ma ci siamo piaciuti e innamorati. Poi, sono nati Maddalena (14 anni) e Francesco Saverio (12). È stato un incontro fortunato, però l’amore bisogna anche cercarlo, volerlo».
Di cosa si occupa Elena?
«È un’arredatrice geniale: prende case brutte e invendibili e le rende meravigliose. Adesso cura anche le scenografie di alcuni film. Viene da una famiglia importante: il papà, l’economista Andrea Monorchio, è stato Ragioniere generale dello Stato».
Cosa ti ha portato nella vita tua moglie?
«Mi ha aiutato ad avere confidenza con me stesso. Con lei ho imparato a volermi bene».
Avere figli in età matura è stato diverso rispetto alle tue prime paternità?
«Sono più attento a loro, perché ho più tempo. Prima la priorità era il lavoro, dato che ero senza una lira. Ma ho sempre mantenuto buoni rapporti con tutti i miei figli, tant’è che spesso vengono sui set e in teatro con me. Certo, le ragazze grandi non mi hanno mai perdonato la separazione dalla madre, quindi a volte sono anaffettive. Sinceramente lo trovo ingiusto: ormai sono quarantenni e mamme a loro volta. Nella vita bisogna andare avanti».
I ragazzi sono interessati al tuo mondo?
«Sì. Maddalena studia Musical, mentre Francesco Saverio è un musicista e ama il pianoforte, una passione che abbiamo in comune».
Come padre ti promuovi?
«Ho fatto errori, ma sono stato generosissimo e tutti mi hanno sempre visto lavorare».
Alla Festa del cinema di Roma, hai presentato il tuo nuovo film, Paradiso in vendita. Com’è stato girare a Filicudi?
«Bellissimo. Ho casa lì da 40 anni e nel cast ho voluto tutti i 150 abitanti dell’isola. Il film è una commedia romantica ed ecologista».
Sei anche il conduttore del docureality Se mi lasci non vale. In cosa è diverso da Temptation Island?
«Qui non c’è nessuna prudery sessuale. Sei coppie che cercano di capire perché sono in crisi, anche con il mio aiuto».
Hai scelto da adulto di seguire la religione di tua madre, l’ebraismo. Sei praticante?
«Sì. Vado in sinagoga e studio. L’ebraismo non è dogmatico, ma un continuo approfondimento. Mia madre era una lettrice curiosa, instancabile e mi regalava sempre dei libri. Peccato che mi abbia abbandonato quando avevo sei anni. Però, l’ho perdonata». ●
Articolo pubblicato su Confidenze n. 43
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