Quando facevo le elementari, nella mia scuola c’era una bambina con la sindrome di Down. Ivana era una piccoletta carina e dolcissima che adorava giocare a nascondino e saltare la corda.
Molti la adoravano. Ma c’era un gruppetto di ragazzine dispettose che di tanto in tanto la tormentava (a onor del vero, tormentava anche noi bambine “normali”). Per esempio, un giorno a scuola è stata organizzata una gara di ballo e le bullette insistevano perché Ivana non partecipasse.
Alla fine, non solo Ivana ha gareggiato, ma è anche arrivata seconda, grazie a un twist scatenato con il bambino più carino della scuola.
Sono passati tanti anni da quei tempi ma, purtroppo, le persone con disabilità vengono ancora troppo spesso discriminate.
Ma ci sono anche buone notizie. Come quella di Madeleine Stuart, ragazzina australiana con la sindrome di Down che è diventata una modella ed è testimonial di due importanti case di moda.
Una notizia che non credevo avrei mai letto. E che fa riflettere: perfino il mondo della moda, da sempre dominato dal mito della perfezione, è cambiato e fa spazio anche a chi non è “normale”? Oppure si tratta solo di una stretegia di marketing?
Ne parliamo sul numero 32 di Confidenze nell’articolo La moda sta cambiando (o forse no).
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