Lady D è diventata il mio idolo quando, ancora sconosciuta, timida e vestita da paura con un improponibile tailleur di un blu tanto elettrico da far rabbrividire anche l’Enel, ha annunciato il fidanzamento con Carlo.
Da quel giorno ho seguito ogni suo passo: mi sono commossa guardando il matrimonio in mondovisione, ho parteggiato per lei appena ha scoperto i tradimenti del marito, ho sperato che la storia con il cardiochirurgo Hasnat Khan sfociasse in nuovi fiori d’arancio, ero contenta della ritrovata felicità accanto a Dodi e mi sono disperata guardando i suoi figli seguire tristi e compassati il feretro dopo l’incidente sotto il tunnel dell’Alma.
Quella morte improvvisa e inaspettata ovviamente mi ha sgomentata. Ma anche spinta a non “abbandonare” casa Windsor, nonostante l’incolmabile vuoto. Quindi, non ho smesso di voler bene come a una nonna a Elisabetta II, mi sono lasciata conquistare da Kate. E, Diana mi perdoni, sono riuscita addirittura ad affezionarmi al rottweiler (o Tampax?) Camilla.
Detto questo, ho sempre creduto che nessuno avrebbe mai eguagliato Mrs Spencer. Ma mi sbagliavo, perché ancora più di Lady D, oggi può Meghan!
Non vi tedio con il suo curriculum che tanto conoscete a memoria. Mi concentro, invece, su quello che ha in comune con la mancata (in tutti i sensi) suocera: da Signora Nessuno, la Markle è diventata la vera star della royal family, relegando amici e neo-parenti al ruolo di anonime comparse.
Per dirla in termini cinematografici (così se mi legge capisce anche lei), percorrendo la navata della chiesa, da sola e con la disinvoltura di un’aristocratica inglese, la yankee meticcia ha fatto ombra su titoli e blasoni.
Seduta in spiaggia con l’amica Gill accanto, lo smartphone in mano e un telo bianco in testa per proteggere il display dalla luce, ho aspettato trepidante l’arrivo della sposa domandandomi chi l’avrebbe accompagnata all’altare.
Tra le mille congetture, però, non avevo contemplato la coraggiosissima scelta. Così, mentre la Markle avanzava verso un tenero ed emozionato Harry dalle labbra tumefatte a furia di mordicchiarle, io piangevo come una fontana (per fortuna nascosta dal provvidenziale telo) e mi chiedevo quanto, da lassù, Lady D si stesse sfregando soddisfatta le mani.
L’astruso matrimonio, infatti, ha completamente sconvolto le rigide regole del protocollo reale, che l’indomabile Diana aveva fatto solo traballare. Nella St George’s Chapel, nonna Liz era attonita. Le nipoti Eugenia e Beatrice ne controllavano le reazioni ridacchiando sotto i baffi. Un reverendo indemoniato ululava il suo sermone stile Harlem. E, ciliegina sulla torta, un coro gospel tutto black intonava Stand by me.
Insomma, in poco più di un’ora la monarchia inglese è stata travolta da quello tsunami di modernità che aveva preso le sue prime forze con Diana. E la clamorosa rottura di tradizioni ultracentenarie in quei sessanta minuti hanno finalmente vendicato la Regina di cuori.
La morale della favola? Forse è vero che una giustizia divina esiste!
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