Dunque, quest’anno il Nobel per la Letteratura non verrà assegnato, perché si è scoperto che il marito di una giurata molestava le donne. Ma… che c’entra la letteratura? Non bastava cacciare il maniaco? Denunciarlo, additarlo alla pubblica esecrazione, affidarlo alla giustizia?
Che c’entrano i parenti? È pure nonsense, come se per avere un lavoro bisognasse presentare la fedina penale del cognato, o se si annullasse la produzione perché tuo nonno palpava le signore a tradimento. Che ipocrisia! Una sola volta il Nobel fu sospeso, nel 1943, per la Seconda Guerra Mondiale. Ma se le molestie sono riconosciute storicamente importanti come una guerra, allora ci dovrebbe essere una rivoluzione parallela sui diritti delle donne!
Che il mondo occidentale ridiscuta concretamente la condizione femminile, la nostra economia che si regge sullo sfruttamento delle donne, specie giovani, che fanno dieci lavori non pagati ogni giorno. Se no sono chiacchiere, gioco mediatico, che nel caso del Nobel vuol mascherare storie altrettanto losche, problemi di fondi e di fuga di notizie circa i vincitori del premio, e inciuci tipo Strega. Io capisco che è un bene che Metoo abbia tanto potere che tutti vogliano tenerselo buono – è una gara fra Grandi Premi, dopo gli Oscar il Nobel non vuol essere da meno – ma la cosa sinistra è che non si fa niente a favore delle donne, ma si fa molto contro i diritti dell’arte.
Dopo la storica la bassezza di Ridley Scott, che nella corsa a far vedere che stava dalla parte giusta, ha tolto Kevin Spacey dal film Tutti i soldi del mondo e ha rigirato le scene con un altro attore, adesso il Nobel si ammanta di intransigenza ridicola.
Gli onorevoli giurati che hanno ostentato la loro moralità sospendendo il premio (il nesso razionale continua a sfuggirmi) si facciano un esame di coscienza: non so di nessuno che in seguito alla campagna contro le molestie abbia trattato meglio la moglie.
Queste trovate spettacolari non sono a vantaggio delle donne, sono contro. I media si stanno nutrendo a spese nostre. Questa storia del Nobel è pura retorica. Basta con i grandi gesti e con le chiacchiere. Che si rendano migliori le nostre condizioni, che ci aiutino a essere meno ricattabili nel lavoro- tante sottostanno alle molestie perchè c’è in gioco il pane. Per quanto moralmente ignobili siano Weinstein, Spacey, Arnault, non sono peggiori di questi farisei che lucrano sui loro peccati per eleggersi giudici a favore di telecamera.
E questi giurati dovrebbero giudicare delle massime opere letterarie? Che si dimettano, tutti. Che valore avrebbe un Nobel dato da loro?
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