Forti e fragili allo stesso tempo. Gelose della nostra indipendenza, ma anche attratte da un uomo che si prenda cura di noi. Tanto disponibili a far carriera quanto propense a mollarla senza rimpianti se la vita ci offre altre opportunità. Solidali, eppure sempre pronte a sfoderare gli artigli in caso di attacco. E, ancora, accoglienti o esasperanti, oppure affidabili o imprevedibili, a seconda del momento (e dell’umore).
Insomma, per dirla come se parlassi dei Puffi, noi donne siam così. Cioè, un vero concentrato di contraddizioni che ci rende davvero speciali. Tant’è che nel corso dei secoli siamo riuscite a fare grandi conquiste, in barba a quei maschioni retrogradi che ci avrebbero volute perennemente con i ferri in mano, intente a tricottare mostruose calzette informi.
Invece, no. Per loro sfortuna il mondo è stato popolato da eroine che hanno lottato duramente per migliorare la condizione femminile, permettendo alle generazioni successive di crescere libere.
Così, se oggi celebriamo la Festa della Donna è proprio grazie a loro. E sempre a loro dobbiamo l’opportunità di fare le nostre scelte di vita senza l’obbligo di dimostrare niente a nessuno. In altre parole, se nel 2020 decidiamo di non andare a votare o di non mettere mai piede in un ufficio perché preferiamo dedicarci ai figli, è per un atto di volontà e non certo perché le regole ci vietano di muoverci secondo la nostra indole.
Mi abbandono a queste considerazioni dopo aver letto 8 marzo. Cosa vogliamo oggi?, un articolo su Confidenze in edicola adesso, in cui 16 donne dichiarano cosa desiderano per se stesse e per le altre.
Le testimonianze sembrano proprio confermare ciò che sostenevo sopra: le aspirazioni del gentil sesso spaziano a 360° e rivelano la grande libertà di pensiero di cui ormai possiamo godere. Infatti, c’è chi vorrebbe più rispetto e parità, asili aziendali e sicurezze lavorative. Ma anche chi sogna sostegno dal partner, un uomo servizievole o frivolissimi abiti firmati.
Ebbene, questo ventaglio di aspirazioni a me allarga il cuore. Innanzitutto, perché mi sembra lo specchio di una società assolutamente decisa a realizzarsi come meglio crede, indifferente ai giudizi altrui. E poi, perché mi piace pensare che desideri completamente opposti siano i mattoncini ideali per costruire un mondo più felice.
Con questo intendo dire che un panorama femminile con ambizioni tanto diverse lascia spazio a ognuna di noi per trovare la propria strada senza entrare in collisione con le altre. Anzi, creando una specie di mutuo soccorso che ci coinvolge tutte, semplificandoci la vita. Per esempio, con la mamma modello che ritira da scuola il figlio della donna manager. La quale ricambierà il favore con una consulenza professionale. Di cui le due potranno parlare tranquillamente dal parrucchiere, in una boutique o, comunque, in un ambiente consono alla nostra personalità: un luogo almeno idealmente colorato di rosa.
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