Se tre mesi fa mi avessero detto che avrei passato ore e ore al telefono con le amiche parlando di mascherine (ironia della sorte, Carnevale e lockdown hanno coinciso) e che questi odiosi accessori sarebbero diventati l’argomento più interessante delle nostre conversazioni, è ovvio non ci avrei mai creduto.
Invece, la realtà è stata bravissima, ha superato la fantasia e oggi siamo qui a scambiarci Whatsapp con foto di scampoli di tessuto. Disquisendo, fra l’altro, su ogni minimo dettaglio con l’attenzione riservata, in tempi remoti (ma non da remoto), solo all’abito del matrimonio.
Peccato che le mascherine non le metteremo una volta sola, ma ogni sacrosanto giorno e chissà per quanto. Tant’è che le telefonate sono infarcite di domande assurde del genere: quali fantasie si sposano con il nostro guardaroba? Per andare al supermercato, meglio i fiorellini o le righe marinare? E dal parrucchiere, pois o quadretti Vichy?
D’altronde, in queste settimane non è che ci siano tante altre cose di cui parlare. Se, poi, aggiungiamo che volenti o nolenti ci dobbiamo rassegnare all’obbligo di indossare i maledetti rettangoli ogni volta che mettiamo becco fuori di casa, ecco che tutto torna.
Al punto che la maggior parte della gente ormai se n’è fatta una ragione. E che alcune aziende hanno addirittura deciso di reinventare la propria attività producendo modelli di ogni foggia e ogni colore (per saperne di più, leggete l’articolo Quando le mascherine salvano l’impresa su Confidenze in edicola adesso).
Le stranezze, però, non finiscono qui. Per esempio, oggi puoi andare a spasso vestita da far schifo e aggiudicarti comunque lo scettro di reginetta chic del quartiere. L’importante è che il tuo viso sia nascosto da una bavaglietta antivirus super trendy.
Se, invece, incontri qualcuno che ne indossa una che ti piace, è facile che tu gli chieda dove diavolo l’ha trovata, senza neanche salutarlo.
Altrettanto facile è che la tua maleducazione irriti la persona che hai di fronte. Che non ti risponda. E che vi lasciate con te furibonda, ma ben attenta a non darlo a vedere. E lei consapevole del tuo livore, ma decisa a viverlo con elegante superiorità.
Il tragico è che, una volta tornata a casa, quella mascherina ti rimarrà in testa con la tenacia della gramigna. E che l’ansia di vivere anche tu la Fase 2 all’insegna del glamour ti spingerà a passare in rassegna tutte le proposte confezionate da intraprendenti figlie e nipoti delle amiche, fino a quel momento bellamente snobbate.
Giocare alla trend setter, però, non basterà a placare la sindrome da Cenerentola. Quindi, nell’attesa della consegna indosserai addirittura i panni dell’influencer per mettere giù i tuoi diktat personali.
I miei? Liberarrmi al più presto delle mascherine con applicazione metallica sul naso, perché mi danno l’impressione di un rapinatore alle spalle che mi sta agguantando.
Abolire quelle un po’ troppo grosse, perché appannano le lenti da vista creando un effetto nebbia novembrina.
E poi, last but not least, distruggere i modelli eccessivamente ospedalieri perché, non essendo medico né infermiera, finché il virus rimarrà tra noi preferisco affrontarlo con una macchia vivacemente colorata sul viso.
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