Il dolore profondo è muto. Invece quello lieve è un dolore che riesce a parlare. Il grande dolore non ha armi per difendersi, resta solo. Ed è il grande dolore, quello che rimane senza parole a dover essere smantellato.
Scrivo questa testimonianza il 25 novembre, giornata contro la violenza sulle donne. Scrivo oggi, perché oggi vengo a conoscenza di una realtà a me nuova, Pangea.
Cos’è Pangea? Cosa apprendo in questa giornata come donna e come persona? Quando la sofferenza è causata da un uomo ai danni di una donna, Pangea è presente con il suo sostegno. Pangea è un progetto a favore delle donne creato da un uomo: Luca Lo Presti, con la sua fondazione no profit, aiuta chi subisce violenza domestica a ritrovare fiducia e a ricostruirsi una vita. (www.pangeaonlus.org)
Ecco cosa ho appreso oggi. Ho capito che si può ancora sperare nell’aiuto degli altri. Ho capito che gli altri, a volte, sono pronti a tenderti una mano. Pangea non si ferma alle donne e alla loro sistemazione in un luogo protetto. Il progetto di Luca prevede che anche i bimbi, spesso testimoni e dunque vittime anch’essi delle violenze subite dalle loro mamme, vengano protetti e sostenuti psicologicamente.
Mi vengono in mente, mentre ascolto i racconti di Luca, le parole di Ipazia, una scienziata del IV secolo. Ipazia disse, parlando a un uomo: «Tu hai paura della mia scienza, di quello che ho imparato e di quello che imparerò. Hai paura perché quello che sto scoprendo può mettere in pericolo la tua posizione di patriarca». Ecco, una donna del IV secolo aveva capito. Lei sapeva che ci sono uomini che temono la scienza in una donna, scienza e conoscenza.
Pangea per esistere, però, ha bisogno di fondi. Maria Luisa Pianegonda, creatrice di gioielli, ha disegnato un braccialetto che ha la foggia della speranza, la stella. Questo gioiello si può acquistare in tutte le strutture Starhotels a soli 20 euro, una cifra simbolica che è anche una grande donazione. Il ricavato delle vendite, infatti, è totalmente destinato a questo progetto di aiuto.
Al fianco di Pangea vi sono l’attore Alessio Boni (che vedete nella foto del post) e il timoniere del gruppo Starhotels, Elisabetta Fabri. Un uomo e una donna. Un uomo e una donna che vogliono soprattutto parlare d’amore.
Oggi ho incontrato delle persone speciali, dunque non elencherò nomi di donne uccise, anche perché quei nomi si leggono purtroppo sempre più spesso sui quotidiani. Voglio credere che un giorno quel dolore che oggi ammutolisce, smetta di esistere. Lo voglio almeno sperare.
Continuo la mia riflessione riportando il pensiero di una donna appartata ma anche illustre, Emily Dickinson. Emily, quando parla d’amore e di speranza dice che, non avendo certezza di quando arriverà l’alba, terrà aperta ogni porta. E forse è così che bisogna fare. Non chiudere la porta e non chiudere il cuore. Ma nemmeno la bocca, vorrei aggiungere, perché Pangea può aiutare soprattutto chi trova il coraggio di invocare il suo nome.
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