di Maria Rita Parsi
Molte persone sono rimaste colpite, anzi scandalizzate, dai numerosi episodi di sfregio che si sono verificati in Olanda, Germania, Gran Bretagna e anche in Italia, ai danni di opere d’arte la cui preziosa bellezza è custodita nei più importanti musei del mondo.
Lo sfregio è stato fatto, provocatoriamente, imbrattando quelle espressioni della meravigliosa creatività umana, con prodotti quali salsa di pomodoro, zuppa di verdura, purè di patate, attak.
Quasi a sottolineare che, prima della bellezza espressa attraverso la pittura, esiste un’altra, primaria bellezza da riconoscere e da rispettare. Ovvero quella della natura, dell’ambiente naturale nel quale siamo immersi e da cui traiamo il necessario sostegno alla continuità della vita sul Pianeta.
Quale futuro per la terra
Alla natura dobbiamo il cibo, l’aria che respiriamo, l’accoglienza dei luoghi e “l’imprinting ecologico-estetico” che ciascun essere umano riceve e che, nel tempo, conserva quale paesaggio interiore e patrimonio identitario. Ed è alla natura che questo originario patrimonio appartiene.
Un patrimonio che consente e consentirà, se rispettato, lo sviluppo sostenibile di ogni futuro da garantire alla Terra. Il fatto, poi, che a mettere in atto questi attentati alla bellezza museale siano proprio dei giovani, la dice lunga sulla visione catastrofica che essi denunciano, con i loro comportamenti di vandalico rifiuto, in relazione alla continuità della vita sul nostro Pianeta.
La loro protesta giunge dopo che molti ragazzi di tutto il mondo si sono mobilitati, a seguito dell’aperta denuncia di Greta Thunberg, per contestare l’omertosa e affaristica condotta di chi, per garantirsi successo, potere e denaro, violenta e ammala il mondo. Contribuendo irresponsabilmente a determinarne l’invivibilità.
Oggi i ragazzi sono molto informati nell’immediato di quel che sta accadendo ma, soprattutto, sono esperti nel veicolare, attraverso il virtuale, ciò che di spregevole viene ogni giorno perpetrato contro la natura e contro l’inerme massa di esseri umani che non sono in grado di battersi, a garanzia della loro sopravvivenza. I giovani esigono che venga realizzata una transizione ecologica finalizzata a un nuovo sistema produttivo che abbia il suo punto di forza proprio nella sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
Transizione non solo necessaria, ma indispensabile contro emissioni che tolgono il respiro, inquinamenti che ammalano e uccidono. Transizione a difesa della vita che è poi il futuro delle nuove generazioni e che, tra pochi anni, sarà resa impossibile proprio dalle condizioni climatiche che le passate generazioni hanno contribuito a determinare.
C’è da chiedersi, infine, qual è lo sfregio? Quello che alla natura, nei secoli, è stato e continua a essere perpetrato da certi uomini o quello che, gettando salsa di pomodoro, zuppa di verdura, purè di patate contro opere d’arte di incommensurabile valore, i ragazzi di Greta stanno facendo? Ai tanti, anche noti, responsabili di simili sfregi, l’ardua risposta. ●
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