Addio plastica, cominciamo da subito è il titolo di un articolo su Confidenze in edicola adesso, in cui si parla della messa al bando di questo materiale che prima ha rivoluzionato il mondo e poi l’ha inquinato.
Degli aspetti ecologici mi limito a comunicarvi che ne vengono ancora prodotti 100 milioni di tonnellate e che riciclarla non è certo semplice come con la carta. Dopodiché, preferisco parlare di quanto sia brutta. O meglio, di quanto siano orribili tutti gli oggetti realizzati in plastica.
A capeggiare la lista c’è l’iconica bottiglia della Coca Cola. La quale, nonostante sia stata riprodotta con la stessa identica forma storica, quindi sempre riconoscibile a mille miglia di distanza, quando era di vetro era decisamente un’altra cosa.
Per rimanere in tema di bottiglie, vanno per forza citate anche quelle dell’acqua minerale. Che dal 2021 saranno messe al bando, per la gioia di chi ama i dettagli. Perché non si vedranno più sulle scrivanie degli uffici, nelle sacche della palestra e neppure in mano alle signore dedite ad assumere il canonico litro e mezzo al giorno per sentirsi sane e depurate. Infatti, stanno già lasciando il posto a borracce nei materiali più fantasiosi, spesso impreziositi da decori ancora più fantasiosi.
L’abolizione della plastica, però, non è una svolta solo ambientale, ma anche modaiola.
Così, se negli anni ’80 abbiamo tutte indossato i paraorecchie di peluche, nei ’90 affondato i piedi nelle chunky sneakers, nei 2000 messo le tute da ginnastica anche per andare alla prima della Scala e nei 2010 tenuto in mano una clutch-bag pure al supermercato, nel nuovo decennio ci aspetta un nuovo must-have: la borraccia.
In realtà, in redazione io l’ho già. In versione minimal, con il logo della Mondadori stampato come fosse un coccodrillo su una polo, mi tiene compagnia tutta la mattina, in attesa di essere riempita fino all’orlo appena arrivo in mensa. Dove, al distributore dell’acqua, trovo una coda stile rientro dalla Liguria nelle domeniche d’estate.
Un noia bestiale? In realtà, no. Perché in attesa del turno, tutti parliamo di questo oggetto entrato all’improvviso nella nostra vita, come di un bambino nato da qualche giorno. «Come ti trovi?», «La porti a casa per lavarla?», «Aggiungi qualche aroma a quel che bevi?» sono le domande che ci scambiamo al posto di «È nato con parto naturale o con il cesareo?», «Lo allatti?», «Quante ore dorme?» e così via.
Insomma, mentre agli alti livelli dei governi mondiali si continua a questionare sulle eco-coscienze risvegliate dalla discussa Greta, a Segrate ci intratteniamo amabilmente sull’accessorio più gettonato del momento. Ve lo dico, perché se avete qualche dubbio sui regali di Natale, potete pensare a una borraccia. Renderete felice chi la riceverà in prima battuta. Oppure, la persona a cui verrà riciclata. Un destino che non è riservato solo alla plastica, ma anche alle sorprese poco gradite che troviamo sotto l’albero.
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