Mi caschi il naso se mi sono mai piaciute le rivendicazioni femministe che affermano la superiorità della donna sul maschio. Qualsiasi generalizzazione per categorie ha qualcosa di maledettamente razzista, che mi repugna.
Però, quanto sono belli i miti dell’origine, dove invece che come vittima sacrificale la donna risplende, piena di forze, e agisce, e crea, e balla da sola! Nel suo famoso libro I miti greci, quel grande studioso e pare, uomo adorabile, che fu Robert Graves, racconta di Eurimone, la dea di tutte le cose. Eurimone emerse nuda dal caos e non trovò nulla di solido dove poggiare i piedi. Divise allora il mare dal cielo e intrecciò una danza sulle onde.
Danzando si diresse verso sud, e il vento alle sue spalle le parve buono per iniziare insieme l’opera della creazione. Si voltò all’improvviso, afferrò il vento del Nord e lo soffregò fra le mani: ed ecco apparire il grande serpente Ofione. Eurimone danzava a un ritmo sempre più seducente e selvaggio finché Ofione, acceso di desiderio, si accoppiò con lei. Così fu creato il mondo. (Il vento del Nord era un vento fecondatore: spesso le cavalle, accarezzate dal suo soffio, partorivano senza l’aiuto di uno stallone).
Credo che il mito ci suggerisca di trovare ognuna il suo vento e il suo serpente, qualcuno che potenzi le nostre forze invece di distruggerle. Sperando che non siamo noi a distruggere le loro: il finale della storia è inquietante. Ofione suscitò l’ira della dea, perché andò in giro a vantarsi per cielo e terra, di essere stato lui l’unico creatore dell’universo. Eurimone allora lo colpì alla bocca con un calcio, gli spezzò tutti i denti e lo relegò nelle buie caverne, in eterno. Il mondo sarebbe dunque cominciato con una lite per il copyright, fra un bugiardo cosmico, e una femminista pericolosa….
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