Quanto sai essere flessibile?

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La flessibilità aiuta a rispondere alle sfide della vita, oltre che a star meglio con se stessi e con gli altri. Puoi impararla in modo facile e divertente.

 

“Mi spezzo, ma non mi piego” o “mi piego, ma non mi spezzo”? La seconda formula è più frequente, ma la prima versione non è scomparsa e traduce il detto latino “frangar, non flectar“, con cui gli antichi proclamavano la forza morale che non cede a compromessi. Una rivendicazione di coerenza di fronte a valori considerati imprescindibili, ancora attuale e senz’altro apprezzabile.

Se però ha prevalso la variante “mi piego, ma non mi spezzo” forse è anche perché il motto latino evoca rigidità: una certa resistenza a cambiare idea, persino quando l’opinione fallisce la prova dell’evidenza, l’incapacità di lasciare la posizione per incontrare l’altro a metà strada, la difficoltà di esplorare un territorio diverso da quello a cui siamo abituati.

Il lato negativo del non piegarsi comporta in definitiva il rischio di rinunciare alla flessibilità, una risorsa che è stata cruciale per la sopravvivenza e l’evoluzione della specie e che resta importante per il benessere di ciascuno di noi.

La flessibilità ha tante facce ed è un sinonimo di libertà. Richiama innanzitutto il talento di adattarsi alle situazioni: è flessibile chi sa scegliere la risposta più adatta agli stimoli del momento, senza farsi guidare o paralizzare dalle circostanze. Ma lo sono anche le persone in grado di mantenere un buon equilibrio tra le diverse aree della vita: il lavoro, le relazioni, gli interessi. Ed è cartina di tornasole della flessibilità quella giovinezza interiore che conserva lo sguardo curioso e la mente aperta anche quando spuntano i capelli bianchi.

Come tante altre virtù, la flessibilità si può imparare. Lavori per diventare più elastica quando cerchi ove possibile le occasioni per apprendere qualcosa di nuovo. Potrebbe trattarsi di scoprire il significato di una parola che senti per la prima volta, di ricercare e tenere a mente il nome del regista di un film che ti ha colpito, oppure di fare tuo il titolo di una canzone sconosciuta, che hai ascoltato per caso e che è entrata in risonanza con la tua sensibilità. Le sfide per la memoria sono trucchi che allenano l’agilità del pensiero.

Affina la flessibilità anche introdurre una nota diversa nelle abitudini quotidiane, inventando modi alternativi per mettere in atto comportamenti che attui in automatico. Cambia il posto dove ti siedi di solito a tavola, inverti l’ordine di alcuni dei gesti con cui ti prepari al mattino, ingegnati a usare ogni tanto la mano sinistra se sei destrimane e la destra se sei mancina. Sono tutti esercizi utili per rivitalizzare aree della mente che sfrutti poco. Nel tempo, questa ginnastica cerebrale contribuirà ad aprire nuove prospettive e a rendere più duttili i tuoi atteggiamenti.

E mentre sperimenti modalità diverse per fare le cose di sempre, impegnati anche a fare qualcosa che non hai mai fatto. Puoi iniziare da azioni semplici, come leggere per la prima volta un libro di fantascienza o un giallo se sei un’appassionata di romanzi d’amore, mangiare un cibo che non hai ancora assaggiato, avvicinare qualcuno che ti interessa, se di solito aspetti che siano gli altri a rivolgerti la parola. Mettere in pratica un comportamento inusuale aiuta ad ampliare gusti e preferenze, oltre a consentire di esprimere aspetti nascosti della personalità.

Piccoli tasselli di novità nelle nostre giornate riescono talvolta a incrinare certe consuetudini e a farci comprendere che tante abitudini sono l’eredità di un passato in cui non ci riconosciamo più. Di qui diventa più facile decidere con consapevolezza come muoverci e cosa tenere per noi.

 

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