Ragazze vincenti

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Le giovani di oggi sono veri fenomeni. Con belle ambizioni e tanta grinta. Tant'è che non le ferma nessuno (neanche i loro fidanzati)

Una cosa che nella mia vita adulta non ho mai fatto è criticare le nuove generazioni. Intanto, perché i giovani mi piacciono da pazzi. E poi, perché ricordo troppo bene quando ero adolescente e sentivo i grandi di allora sostenere che quando avevano (loro) la nostra età, erano più sicuri, più belli, più intelligenti. Insomma, sparavano fuori una raffica di cazzutissimi “più” assolutamente insopportabile.

Io li ascoltavo con il rispetto che ai tempi era dovuto agli anziani (anche se probabilmente erano sulla quarantina). Però, appena la mitragliata si esauriva ed ero finalmente sola, me la ridevo della grossa: era impossibile che qualcuno nel corso della Storia se la fosse goduta più di me e dei miei amici.

Questo raccontino in stile amarcord per introdurre l’argomento Le nuove ragazze? Per niente fragili (titolo di un articolo che trovate su Confidenze in edicola adesso), già corredato della mia risposta personale: non mi sembra proprio di aver mai sostenuto il contrario.

Basta un rapidissimo sguardo per capire che le giovani di oggi non sono affatto delle mammolette. Frequentano licei di una durezza inaudita eppure conducono una vita sociale degna di Marta Marzotto. Anche se non sono mai state all’estero parlano quasi tutte l’inglese. Non sono particolarmente colte (molte addirittura ignorantelle), ma hanno un alto livello di informazione. E, soprattutto, traboccano di ambizioni ben più  ammirevoli del (nostro vetusto) trovar marito e accasarsi.

Tutto questo, fra l’altro, vale per qualsiasi strato sociale. Certo, per le più fortunate la strada è ovviamente meno in salita. Ma le altre non sono sicuramente rassegnate. Tant’è che le città sono ormai abitate da stuoli di fanciulle arrivate anche da paesini sperduti, determinate a guadagnarsi la laurea prima e la pagnotta subito dopo.

Per carità, per chi si affaccia al mondo professionale oggi la vita non è rose e fiori. Ma le ragazze stanno dimostrando di cavarsela benissimo, con strategie che in altri tempi nessuna avrebbe osato proporre in famiglia, per non rischiare di essere rinchiusa in convento con la chiave gettata via. Un esempio per tutti, la condivisione di appartamenti per poter frequentare l’università.

Quando ero giovane io, chi lasciava la campagna era per “andare a servizio” e non pesare più come un macigno sulle spalle di mamma e papà. E solo se era dotata di incredibili spirito di iniziativa e coraggio si iscriveva a corsi serali per mettersi in tasca un diploma. Ma mai e poi mai si sarebbe presa in affitto una camera con inquilini sconosciuti (figuriamoci poi mescolando maschi e femmine) per andare alla conquista del mondo.

Presa dal fervore della scrittura mi sto caricando come una bomba a orologeria. Quindi scoppio urlando ai quattro venti che è verissimo: Le nuove ragazze? Per niente fragili. Magari inclini a rapporti bisex, esageratamente ecologiste, qualcuna anche a rischio tagli (se leggete l’articolo troverete le loro testimonianze). Ma negli anni ’70 e ’80 non c’erano le overdose, gli acidi che ti mandavano irreparabilmente fuori di zucca e le manifestazioni in cui poteva scapparci il morto?

D’altronde, ogni generazione ha la sua piaga. E per qualche giovane che (purtroppo) soccombe, ce ne sono tanti che spaccano. Una volta erano solo i ragazzi. Oggi, invece, ci sono anche le nostre figlie. Anzi, le vostre. Perché io sono mamma di due maschi.

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