Nell’incertezza del presente, nel mondo che è una polveriera, c’è una sola certezza: il ritorno di Sanremo.
Come un valletto, lo precede la pensata per lanciarlo (mai abbastanza lontano che ci oltrepassi), ovvero uno scandalo inventato sul compenso stellare del conduttore (assurdo, perché è ripagato dalla pubblicità).
È stata geniale la De Filippi, che per liberarsi delle polemiche è andata gratis. Del Festival se ne parla tanti giorni prima, che quando comincia ti pare che sia già finito. Non ne ho mai seguito uno per intero. Per guardarlo bisogna essere ricchi o disoccupati, e permettersi di stare per sei ore per sei sere di seguito davanti alla tv, un totale di 36 ore, quasi una settimana di lavoro. Però un occhio ce lo butti, con le sue sequenze interrotte bruscamente dalla pubblicità della Tim, e Maria il suo stile mi piace, niente risate inutili, niente smorfie.
Chi mi fa pena sono gli ospiti internazionali, le grandi star che vengono fra due aerei e non capiscono nemmeno bene dove sono, con l’occhio vuoto che guarda solo al cachet, e sembrano quei vecchi attori decaduti pagati per andare ai matrimoni, dove fanno finta di conoscere lo sposo. Però è un grande carnevale, e alla fine va bene tutto, perfino le canzoni (bellissime le Cover, meravigliosa Amara terra mia di Modugno).
Ma una cosa non si può perdonare, un vizio di tutte le ultime edizioni: la pretesa di farlo sembrare un servizio civile. Fra cantanti, comici e paillettes, ecco che entrano sul palco i Vigili del Fuoco, la Croce Rossa, gli infermieri, la Protezione civile, i cani che hanno salvato tanti uomini. Gente seria, che meriterebbe trasmissioni intere dedicate al loro lavoro.
Trasmissioni quelle sì di servizio, dove non solo li si copre di elogi, ma li si tratta con vero rispetto, convocando un politico responsabile che si impegni pubblicamente a fornire loro i mezzi per operare, visto che lavorano in condizioni disperate, e per via dei tagli, decine di persone sono morte sotto la neve, in mancanza di spazzaneve.
Ma questa celebrazione fra le canzonette… Mi è sembrato molto offensivo che quelle preziose persone fossero inglobate nello spettacolo, fra una canzone qualunque e i cachinni dei clown.
Quando cominciò il Festival di Sanremo avevo già l’uso di ragione, rivedo quei cantanti in bianco e nero, e ti immagini se fra Achille Togliani e Nilla Pizzi d’ un tratto fossero arrivati i pompieri e i cani addestrati?
Dare una spolverata di utilità sociale al festival? Ma perché? Sono così belle le canzoni!
Ultimi commenti