Dicono che le donne sono chiacchierone. Sì è vero, perché siamo delle grandi affabulatrici. Siamo più romanzesche, più matte, più pronte alla confidenza subitanea. Nelle file, per la strada, nei tram, fra noi ci raccontiamo storie che manco in confessionale.
La nostra patrona è Shéhérazade, la narratrice di Le mille e una notte. È la 253sima sposa del re Shariyar. E le altre? Le ha ammazzate tutte.
Tradito dalla prima moglie, è andato in viaggio con suo fratello, cornuto pure lui. E un giorno, mentre riposano su un albero, vedono fermarsi un aitante genio che depone una cassa chiusa con dieci lucchetti. La apre, e ne esce una fanciulla bellissima. Il dèmone si addormenta e la fanciulla, accortasi dei due giovani, ordina loro di avvicinarsi. Quelli scendono dall’albero, e lei: Su,tutti e due, una gagliarda macinata, o sveglio il dèmone. Nonostante la sua bellezza, i due hanno una paura matta del genio, gli è venuto piccolo così. Ma lei li minaccia di svegliarlo, e bene o male la accontentano.
Alla fine, lei mostra la sua collana composta di 500 anelli, e dice “I padroni di questi anelli mi hanno tutti posseduta, facendo le corna a questo babbeo di démone. Datemi i vostri”.
I fratelli obbediscono, e mentre se la danno a gambe, dicono «Hai visto, se una donna ti vuol tradire niente la ferma. E se pure un dèmone onnipotente porta 502 corna, figurati noi. Come fare per evitarle?».
È lì che Shariyar ha la grande idea, e la mette subito in atto. Tornato a palazzo, sposa ogni sera una vergine, e all’alba la uccide, prima che abbia avuto il tempo di tradirlo. Si fa il vuoto in città, le ragazze da marito scappano. Ma Shéhérazade si offre come sposa.
Lei ha letto infiniti libri di storie. La prima notte di nozze, ne racconta una al re, che rimane attanagliato. Ma sul più bello viene l’alba, e lui dovrebbe ucciderla. Ma la storia non è finita, e lui grazia la sposa fino alla notte seguente, per sentire il resto del racconto. La sera dopo lei lo completa, e ne comincia un altro, ugualmente avvincente, che di nuovo si interrompe all’alba, e il re la concede un altro giorno. E così per mille e una notte, e poi per sempre.
Shéhérazade ha inventato il “continua al prossimo numero”. Shéhérazade ci insegna che i racconti salvano la vita. Il mondo non finirà mai perché le donne lo raccontano.
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