“Questo libro si apre con le Alpi e si chiude con Lampedusa. Il limite settentrionale della nazione e quello più vicino all’Africa. Non era previsto. Il piano di un’opera come questa non si elabora in ordinata sequenza, dall’uno all’altro capitolo, ma procede come in un puzzle, disponendo le tessere nelle varie zone, alla ricerca delle affinità cromatiche e delle distonie, delle forme coerenti e delle sagome antagoniste. Ora che l’opera è compiuta è facile constatare che questo inquadramento non avrebbe avuto alternative altrettanto valide. Eppure, tra i molti che nel corso dei millenni hanno pensato l’Italia, nessuno avrebbe mai potuto immaginare la solidità attuale di quella coppia. La forza stratificata della geografia può essere invocata fino a un certo punto per le Alpi, ma non per Lampedusa, della quale la maggior parte degli italiani fino a qualche decennio fa ignorava persino l’esistenza, una piattaforma di pietre senza aeroporto, telefono, televisione, elettricità, strade, turisti. E questo malgrado lo splendido nome nel quale è probabile che i marinai greci, senza troppi tormenti etimologici, cogliessero il fascino della ‘Lampeggiante’, l’isola che li abbagliava con le scintille delle pareti di calcare, alte sul blu profondo”.
Ad Andrea Giardina (e a Sabbatucci e Vidotto) mi lega un sentimento di grande riconoscenza: devo a lui il mio innamoramento per la storia, materia scolastica tra le più ostiche e complesse. Sono pochi i manuali scritti e redatti con intelligenza, sono pochi gli storici attenti. Perdiamo così l’occasione più preziosa: fornire alle nuove leve la possibilità di conoscere chi siamo, da dove proveniamo. Non è una data o il nome di una città campo di battaglia, la Storia. La storia è la ramificazione di radici costanti anche se contorte, è la ragione di un percorso millenario che non smette mai di essere pur vivendo in continuazione momenti definitivi, di passaggio, di rivoluzione.
Dopo l’esperimento di Patrick Boucheron con l’Histoire mondiale de la France, anche per l’Italia arriva il super manuale che “defatalizza” il tempo e “disorienta” la storia “turbando una volta per tutte l’ordine dei tasselli fissati dalla tradizione; o, al contrario, con l’addomesticare le apparenti estraneità”.
Una struttura agile, chiara, che parte dal 3200 a. C. con la descrizione del primo uomo dei ghiacci, errabondo, scaltro e ingegnoso, per arrivare ai viaggi di migranti che dall’Africa e dal Medio Oriente – nel moderno e antico, come ogni tempo – tentano di raggiungere le nostre coste. Nel mezzo, 816 pagine dalle quali è difficile staccarsi.
Regalatelo ai vostri figli, sono capitoli brevi, scritti con un linguaggio chiaro e costruiti partendo da una curiosità che possono essere letti anche di sera al posto delle favole…o proprio come la più completa di queste. È la nostra Storia, unica chiave di lettura del nostro presente, unico motore di ogni possibile futuro.
Andrea Giardina (a cura di), Storia mondiale dell’Italia, Editori Laterza
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