Con i suoi alti e bassi del tutto imprevedibili, credo che la vita sia il più bello spettacolo che si possa mettere in scena. Perciò, sono super appassionata di biografie e, quando vado al cinema, le storie che mi appassionano mille volte di più si riferiscono a fatti realmente accaduti.
A pensarla così non sono l’unica e lo confermano le sempre più numerose serie televisive e pellicole ispirate alla cronaca e a personaggi illustri di cui si parla nell’articolo Incredibile, quella fiction! E’ tutta vera su Confidenze (in edicola adesso). Che cita Alfredino. Una storia italiana (ve lo ricordate il bambino nel pozzo?), Carla, che poi sarebbe la Fracci, e Le montagne del cuore, il romantico resoconto dell’amore tra lo scalatore Walter Bonatti e l’attrice Rossana Podestà.
C’è chi sostiene che attingere dalla realtà per i propri lavori sia un segnale di scarsa creatività. Io, invece, credo che si tratti di una formula perfetta ed efficace di divulgazione, perché mette insieme informazione e intrattenimento.
E poi, non va dimenticato che la vita può riservare capitoli davvero stupefacenti. Quando appartiene a persone dall’esistenza al limite del banale, perché basta ascoltarle per capire che hanno comunque qualcosa di speciale da raccontare. Più che mai se si narra quella di individui sui quali il destino ha deciso (nel bene o nel male) di concentrarsi.
Naturalmente, i titoli più letti o seguiti sullo schermo si riferiscono a questa seconda categoria (è difficile che case editrici o di produzione acquistino diritti su gente anonima). Ed ecco, allora, che personalità del protagonista, contesto storico, ambiente in cui è immerso e mix di impegno e casualità che l’hanno portato agli onori della cronaca si trasformano negli ingredienti bomba di vicende da fiato sospeso.
Sì, perché affondati nel divano o seduti in una sala cinematografica, non c’è nulla di più avvincente che scoprire l’origine di carriere che sono diventate famose. Per spiegare meglio quanto questi tasselli mi incuriosiscano, confesso che quando devo intervistare un vip, gli chiedo molto del suo passato, ansiosa di sapere che tipo di bambino è stato. Che ambizioni aveva da adolescente. Come ha scelto la sua strada. Quando. Se obbligato, consigliato o per caso. Tutte risposte offerte con dovizia di dettagli dalle biografie, che divoro come fossero pane e Nutella.
Ne ho lette tantissime e le più disparate. Di reali e rockstar. Attrici e campioni sportivi. Scrittori e personaggi storici. Rendendomi conto che dietro qualsiasi successo ci sono rapporti familiari e professionali. Condizioni favorevoli e avverse. Colpi di fortuna e sacrifici. Insomma, che ogni vicenda umana contiene tutto ciò che gli autori cercano per le loro opere di fantasia. E che spesso la realtà propone con copiosa generosità.
La prova più lampante è Lungo cammino verso la libertà, l’autobiografia di Nelson Mandela (se non l’avete correte subito a comprarla). Ebbene: se si trattasse di una fiction inventata, la mollereste a metà perché la trovereste impossibile ed esagerata in modo irritante. Invece, tutto quello che riporta è Storia. E conferma la mia modesta convinzione: la vita, con i suoi alti e bassi del tutto imprevedibili, è il più bello spettacolo che si possa mettere in scena. Sempre. Ma se sei Mandela, ancora di più.
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