Ultimamente molti hanno tralasciato visite ed esami a causa del Covid. Alcuni monitoraggi però sono indispensabili per assicurarsi la salute. Facciamo il punto, età per età, sugli appuntamenti base
DI ANGELA ALTOMARE CON LA CONSULENZA DI RAFFAELLA MICHIELI (*)
Visite mediche quasi dimezzate ed esami saltati. Un italiano su due nell’ultimo periodo ha preferito rinviare i controlli e gli screening per paura del contagio. Lo rileva un’indagine sugli effetti dell’emergenza Covid-19 condotta da Ixè per Uecoop (Unione europea delle cooperative). Ma ci sono alcuni appuntamenti fondamentali, in base all’età e al proprio stato di salute, a cui è meglio non rinunciare. Rivolgersi al proprio medico curante è la prima cosa da fare, ma è bene tuttavia sapere quali sono gli esami e le visite che possono essere utili per diagnosticare precocemente disturbi e malattie. «Fino ai 30 anni, in assenza di sintomi l’unico esame di screening consigliato è il pap-test, da ripetere con cadenza triennale» spiega Raffaella Michieli, medico di medicina generale e membro del Comitato tecnico scientifico della Fondazione Onda, che si occupa di salute femminile. Questo esame estremamente semplice, rapido e indolore va effettuato tra i tre o i cinque giorni che precedono il ciclo oppure che seguono la fine delle mestruazioni e permette di diagnosticare precocemente alterazioni che con il tempo potrebbero trasformarsi in tumore al collo dell’utero. Per ridurre i rischi ed evitare ogni possibile complicanza, diventano indispensabili alcuni appuntamenti con la salute man mano che l’età avanza. Ecco allora visite ed esami che possono essere utili a seconda dell’età.
DAI 30 AI 40 ANNI
In questa fase della vita è consigliato sottoporsi almeno una volta a una visita di controllo dal medico di medicina generale che, in base alle condizioni di salute o in presenza di familiarità, prescriverà eventualmente ulteriori accertamenti ed esami. Se in famiglia ci sono casi di cancro al seno, questo è per esempio il momento giusto per mettere in nota un’ecografia mammaria, un esame rapido e non invasivo che permette tramite una sonda a ultrasuoni d’individuare eventuali alterazioni che possono interessare le ghiandole della mammella (come noduli, cisti e tumori). Per chi non riesce a rimanere incinta, poi, è importante prendere un appuntamento dal ginecologo: lo specialista può valutare se il problema dipende da patologie molto frequenti in età fertile come l’ovaio policistico, l’endometriosi o altri disturbi.
DAI 40 AI 50
Dopo gli “anta” l’attività ovarica diminuisce. Se il ciclo ritarda o anticipa, diventa più scarso e doloroso oppure più abbondante e prolungato è opportuno un controllo ginecologico tempestivo per sottoporsi eventualmente ad alcuni esami del sangue. A volte, in questo periodo si rivela utile misurare i livelli ormonali (come l’FSH e l’estradiolo) e tiroidei (tra cui il TSH). Ogni cinque anni, inoltre, è consigliato eseguire il test per il Papilloma virus (HPV-DNA test), che permette di diagnosticare precocemente il carcinoma del collo dell’utero. Questo esame consiste nel prelievo di una piccola quantità di cellule, eseguito strofinando sulle pareti della vagina un piccolo attrezzo simile a un bastoncino di cotone. Se il test risulta positivo è necessario approfondire le eventuali anomalie con il pap test e la colposcopia.
DAI 50 AI 60 ANNI
Con la menopausa, il rischio cardiovascolare aumenta. Secondo le stime, le over 50 sono colpite da infarto più dei coetanei di sesso maschile. Con il crollo degli ormoni femminili estrogeni, che hanno un ruolo protettivo sui vasi sanguigni, aumentano le probabilità di andare incontro a disturbi di questo tipo. Poi, in questo periodo della vita, anche in assenza di sintomi è consigliato controllare peso e pressione arteriosa e, in casi specifici e su indicazione del medico, misurare tramite esami ematici il colesterolo totale e LDL, i trigliceridi e il glucosio. Sarà poi il medico di famiglia a stabilire se sia necessario o meno tenere qualche valore sotto controllo ed eventualmente effettuare altre indagini. Con la menopausa, aumenta anche il rischio di andare incontro a fratture e fragilità ossea. In caso di carenza di vitamina D oppure di sintomi come dolore alle articolazioni è utile recarsi dal proprio medico, che valuterà l’opportunità di richiedere una densitometria ossea a raggi x. Si tratta di un esame piuttosto semplice, non invasivo e rapido che, analizzando la densità dell’osso, permette di diagnosticare precocemente l’osteoporosi. A partire dai 50 anni, poi, bisogna sottoporsi ogni due anni al test del sangue occulto nelle feci per la prevenzione del cancro al colon retto, la forma di tumore più diffusa tra le donne dopo quello alla mammella. Consiste nella raccolta di un campione di feci e nella ricerca di tracce di sangue. In caso di esito positivo occorre sottoporsi alla colonscopia. Oggi si sa che con l’avanzare dell’età aumentano i rischi d’incorrere in disturbi come le neoplasie alla mammella. Ecco perché in questa fascia d’età è necessario aderire allo screening mammografico, da effettuare ogni due anni fino ai 74. Questo esame fondamentale permette di diagnosticare il tumore al seno ai primi stadi e di curarlo tempestivamente.
PER LE OVER 60
Dopo i 60 anni, l’attenzione dev’essere rivolta anche alla vista. In presenza di colesterolo alto, diabete oppure ipertensione si rivela utile prenotare ogni anno una visita dall’oculista. A causa di questi disturbi, infatti, aumenta il rischio di andare incontro per esempio alla maculopatia, una delle malattie più gravi che colpisce l’occhio in età avanzata. Il disturbo può essere diagnosticato sottoponendosi alla tomografia ottica computerizzata (OCT).
E DURANTE LA GRAVIDANZA?
Per cominciare, occorre effettuare il dosaggio delle beta HCG, che permette di accertare la gravidanza. Poi è necessario sottoporsi agli esami delle urine per indagare la presenza di eventuali infezioni. Inoltre si effettua il test di translucenza nucale, per individuare eventuali malformazioni del feto. Tra gli esami da fare ci sono, poi, quelli ematici per determinare il gruppo sanguigno, il fattore Rh, l’eventuale presenza di anemia o di altre malattie fra cui quelle infettive come toxoplasmosi, rosolia e HIV. Sono, inoltre, talvolta consigliabili la villocentesi e l’amniocentesi, che rilevano eventuali anomalie del feto. Nel secondo trimestre, uno dei controlli indispensabili è l’ecografia morfologica, in grado di monitorare lo sviluppo del feto. Poi, nell’ultimo trimestre è necessario sottoporsi al tampone vaginale-rettale che permette d’individuare lo Streptococco di tipo B, potenzialmente pericoloso per il nascituro.
(*) medico di medicina generale e membro del comitato tecnico scientifico di Fondazione Onda
Ultimi commenti