Nell’editoriale Ballerini nella notte (su Confidenze in edicola adesso) il direttore racconta che qualche sera fa, a Milano, è incappata in una festa in piazza con giovani e non che danzavano come se non ci fosse un domani.
Un diciottesimo? Un anniversario? Un’iniziativa del Comune? No. Semplicemente, un gruppo di privati ha portato sotto casa le casse acustiche. Le ha accese. E grazie al ritmo indiavolato che ha scatenato un passaparola, la gente è accorsa. Per divertirsi in compagnia, senza nessuna prenotazione, né l’obbligo di pagare un biglietto.
Non so cosa ne pensiate voi, ma a me l’idea è parsa bellissima.
Intanto, ballare è una mia passione. Quindi, poterlo fare in un angolo all’aperto della città trovo sia una figata pazzesca.
A farmi apprezzare l’iniziativa, poi, c’è un concetto che mi piace moltissimo: quello del raduno privo di formalità tipico dei ragazzi. Che hanno sempre un bar o un muretto dove sanno che basta andare per trovare compagnia.
Più passano gli anni, invece, e più vedere gli amici diventa una faticaccia bestiale, visto che mettere insieme soltanto due o tre coppie è un’impresa al limite dell’eroico.
Se a questo aggiungiamo che per gli over anta le occasioni e la voglia di organizzare feste vere e proprie sono sempre meno (spesso relegate soltanto alla cifra tonda degli anni), ecco che i giri di gente che si frequenta si restringono sempre più, fino a diventare piccoli clan alla lunga claustrofobici.
Ben vengano, allora, gli eventi aperti a chiunque. Perché offrono diverse opportunità. Per esempio, ci si può andare (o decidere di non andare) all’ultimo momento senza dover avvisare nessuno. Ma, soprattutto, si incontrano persone di tutte le età. E il mix generazionale è sempre vincente.
Ai ragazzi non dà fastidio, perché se ne stanno tra di loro incuranti degli anziani. I quali, invece, si beano nell’essere in mezzo alla gioventù. Al punto da trovare il coraggio di trasformarsi in tanti Tony Manero (La febbre del sabato sera) almeno per una notte.
Questi raduni, insomma, creano una gioiosa armonia da sagra paesana, ormai sconosciuta nelle grandi metropoli come Milano. E potrebbero addirittura dare vita a una rete di affettuosi contatti umani, per esempio tra vicini di casa che spesso neanche si salutano.
Certo, i più snob potrebbero obiettare che i gusti musicali dei teen e degli over sono agli antipodi. Ma, da amante di eventi folkloristici, vi assicuro che i sempreverdi italiani (da Pupo ai Ricchi e Poveri) e i ritmi latinoamericani fanno ballare assolutamente tutti!
Perciò, invito i tipi che hanno organizzato la musica in strada vicino a casa del direttore a prendere in considerazione anche la mia zona. Nel caso, sarò la prima del rione a salite sul cubo.
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