L’articolo Un momento tutto per me, pubblicato sul numero di Confidenze in edicola adesso, è un caloroso invito a riflettere sulle cose che ci fanno stare bene. E che, di conseguenza, ci aiutano a vivere meglio. Come non accettarlo?
Soprattutto in questo periodo per me piuttosto complicato, ritagliarmi qualche spazio o, comunque, lasciarmi ogni problema alle spalle, più che un desiderio è un’esigenza. Tant’è che nei momenti davvero pesanti mi scopro a placare le ansie pensando alle figate che potrebbero rimettermi subito in sesto.
Per fortuna, l’elenco è molto lungo e mi dà una mano a tirarmi su il morale. Perché mi ricorda che le occasioni per ritrovare un briciolo di serenità sono infinite. E se nel marasma possono sembrare irraggiungibili, non bisogna mai arrendersi.
Con questo prezioso insegnamento sono stata educata. E di questo prezioso insegnamento ho sempre fatto tesoro. Così, negli anni brutti mi sono piegata come un giunco, fino quasi a toccare terra. Ma nel mio profondo non ho mai perso la speranza, anzi. Ripetendomi come un mantra che la vita è ondivaga e che avrebbe ripreso una china migliore, qualche volta sono addirittura riuscita a ridere, scherzare, cogliere con una generosa dose di cinismo il lato ironico anche delle situazioni più drammatiche.
Per farlo, però, devo sempre ritagliarmi anch’io Un momento tutto per me. Durante il quale mi stacco dalla mia realtà per osservarla da lontano, come se non mi appartenesse. L’esercizio, provatelo, permette di recuperare la lucidità spazzata via dalle emozioni. E di analizzare con freddezza l’accaduto, le soluzioni per farvi fronte, le strategie per sopravvivergli.
Il percorso, naturalmente, non è proprio tutto in discesa. Ma fondamentale per scoprire sia una parte del tutto sconosciuta di noi stessi. Sia le nostre risorse interiori inaspettate.
A me, per esempio, i disastri hanno svelato che sono capace di starmene isolata dal mondo. Il che ha dell’incredibile, visto che fino a un certo punto della mia vita il solo nominare la parola “solitudine” mi mandava in sbattone totale.
Attenzione: questo non significa che sto per diventare un eremita, assolutamente no. Però, mi sono accorta che dopo aver raccontato ed essermi sfogata con le amiche, ho bisogno di parlarmi a tu per tu. Mettendo insieme consigli, sproni, parole confortanti e sgridate, per creare una miscellanea di spunti sui quali ragionare.
Il posto migliore dove districare la matassa? A cavallo della mia fantastica Moto Guzzi. Sulla quale mi basta salire per sentirmi avvolta da una calma piatta, se non per la piacevolezza dell’aria che la sferza.
Guidare una moto, infatti, significa viaggiare nel vento. E cosa c’è di meglio di una bella brezza per far volare via i pensieri nefasti e liberare la mente? Non lasciandola in balia di se stessa, però: concentrarsi sulla strada, il traffico, gli incroci è un modo infallibile per rimanere vigili ma leggeri. Perciò, in grado di mantenere il controllo senza macigni sul groppone.
Insomma, infilare il casco e partire (anche per una meta vicina) è il mio simpatico metodo per tirarmi su. Ma non l’unico. Perché Un momento tutto per me lo posso vivere in mille altri modi, diversissimi tra loro.
Ne cito solo tre: facendo i solitari con le carte, perché se vengono mi dico che andrà tutto bene. E se non vengono penso che non sono certo le carte a decidere del mio futuro.
Fumando una sigaretta davanti allo specchio, per potermi parlare (appunto) a tu per tu, anche in senso figurato.
Andando a rileggere le vecchie agende dedicando particolare attenzione ai giorni bui, per restituirmi la certezza che dopo la tempesta torna sempre il sereno. Infatti, per il momento sono ancora qui. In equilibrio precario, ma sempre in piedi. Pronta a sorridere e fiduciosa.
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