Una famiglia senza ricette di famiglia

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Avete presente la mamma che tramanda le ricette culinarie alla figlia? Io non l'ho avuta. E sono cresciuta a cibi precotti e scatolame

A tavola in meno di un’ora è un articolo su Confidenze in edicola adesso che propone ricette super sprint.

Non so per voi, ma per me l’idea di cucinare piatti sfiziosi, semplici e veloci è una pacchia, visto che ai fornelli faccio quasi pietà.

A mia discolpa c’è un fatto che la dice lunga: sono figlia di una donna che nessuno definirebbe una specie di Nonna Papera. Infatti, non mi ha mai invitata a preparare insieme gnocchi, paté o pasta fatta in casa. Né mi ha tramandato le sue ricette (anche perché non ne ha).

Morale, noi siamo cresciuti a suon di risotti in busta, sofficini al formaggio, purè in scatola. E il nostro dolce per le grandi occasioni è sempre stato una sorta di zuppa inglese a base di creme al cioccolato e alla vaniglia confezionate.

Naturalmente, qualche cosa di più elaborato ogni tanto in tavola arrivava. Ma se dovessi parlarvi dei sapori della mia infanzia, tirerei fuori quelli elencati sopra. Tant’è che quando ho assaggiato il risotto alla milanese originale e il purè fatto con le patate fresche ho avuto un attimo di smarrimento. E all’inizio non li ho neppure apprezzati (vi giuro che è vero).

Con una mamma così poco dedita, è ovvio che anch’io abbia preso le distanze dai fornelli. Quindi, appena sono andata a vivere da sola e ho fatto la mia prima spesa, ho comprato solo tonno, maionese, sottilette, surgelati precotti.

Questo non vuol dire che non sappia godere del buon cibo: riconosco immediatamente i piatti che meritano un fragoroso applauso. Ma piuttosto che passare ore in cucina, li lascio preparare agli altri.

Ed ecco il motivo per cui ho accolto il servizio di Confidenze come la manna dal cielo: mi ha dato tanti spunti per inventare delle alternative ai miei menù standard, la cui caratteristica è… andare a ondate.

Come Picasso, ai fornelli sono abituata a vivere periodi diversi. Ma così significativi da trasformarsi (finché durano) nella mia cifra. E’ successo, per esempio, con l’era del farro al pesto. Peccato che a un certo punto figli e amici mi abbiano supplicato di smettere addirittura di nominarlo.

Anticipato dal cosciotto d’agnello (che metti in forno e cuoce da solo), il famigerato farro è stato poi sostituito dal pollo al curry (tempo di preparazione 5 minuti scarsi se i bocconcini sono strategicamente tagliati piccolissimi). E, nel corso del tempo, da altri “manicaretti” pronti in un nano secondo.

Mentre leggete pregate di non ricevere mai un invito a cena da me? Se da un lato vi capisco, dall’altro voglio tranquillizzarvi, tirandomela un po’.

Cioè, dicendovi che la mia cucina non è pessima al 100%. Semplicemente, tende a essere molto, ma molto ripetitiva. E, appunto, a seguire ondate destinate a sparire all’improvviso (di solito, dopo accorate implorazioni).

Adesso, per esempio, ho sostituito la freschissima insalata di salmone dell’estate con il tiepido minestrone alla genovese, più adatto alla stagione.

Non credo, però, che questa nuova proposta durerà troppo, visto che in agguato ci sono già cotechini e lenticchie. Che, in versione precotta, saranno il mio piatto forte da Natale a…. esaurimento scorte.

Ve l’ho detto, quindi preparatevi: invitato avvisato, invitato salvato!!!

Confidenze