Uno zero di Hanif Kureishi

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Un noir pieno di riflessioni che ci racconta che non esiste età per vedere invecchiare pulsioni e desideri

“Una notte – proprio adesso che sono vecchio, malato, totalmente a secco di sperma e abbastanza pieno di problemi per conto mio – li risento, quei rumori. Non c’è dubbio: nella camera di Zenab, accanto alla mia, stanno facendo l’amore. Magari è uno scherzo dell’immaginazione. Ma non credo. Mai sentiti suoni del genere qui dentro. Viviamo in un appartamento ampio e lussuoso. Faccio sempre lasciare la porta aperta per la notte, nel caso che abbia bisogno della mia Zee. Rimango immobile e concentrato finché sono certo di non avere le allucinazioni o un flashback da LSD. Mormorii, sospiri, poi gridolini. Sembra la voce di lei. Ma potrebbe essere lui. Il mio amico. Io, ormai, sono agli sgoccioli. Il pensiero della morte mi aiuta a vivere e mi rende curioso”.

Hanif Kureishi aveva detto che non avrebbe scritto più libri e questo, a tutti noi che lo amiamo, era dispiaciuto un bel po’. Per carità, ci aveva lasciato una bella eredità, un mix di parole e suggestioni notevole, spunti di riflessione per tutta la vita che resta. Chi di voi ha letto Nell’intimità (ne ho parlato qui, per voi http://www.confidenze.com/cuore/nellintimita-di-hanif-kureishi/) sa di cosa parlo. Roba lieve e pesante insieme. Roba indimenticabile. Jay, il suo lungo monologo d’addio a Susan, alla loro casa, concepire che una separazione da una donna non è sinonimo di abbandono verso i figli, e Nina, l’amore che ti toglie il fiato e ti regala la vita, se la vuoi.

Ebbene, Hanif è tornato. Adesso scrive principalmente per la televisione britannica ma a suo dire un paio di estati fa, mentre prendeva il sole in Sardegna, Waldo (tra un po’ vi spiego chi è), ha cominciato a parlargli.

C’è chi sente le voci e corre dallo psichiatra e chi si mette seduto, prende penna e foglio (Hanif, meraviglia, scrive a mano, ancora. Ed ecco spiegata la chiarezza narrativa, la riflessione sintattica) e butta giù una storia. Che spesso, per chi poi la legge, è molto meglio del consiglio di uno psicoterapeuta…

La trama? Solo un piccolo accenno. Waldo, regista osannato in tutto il mondo, sta per morire. Accanto, o meglio, nei pressi, c’è Zee, la splendida e di un paio di decenni più giovane moglie portata via dall’India ventidue anni prima. C’è Eddie. Un giornalista cinematografico dal passato oscuro.

Diciamo che è un noir. Un noir illuminato dalle riflessioni di un uomo che ci dice che non esiste età per vedere invecchiare pulsioni, desideri, gelosia.

Veloce (125 pagine), irriverente, coraggioso. È Kureishi. Un marchio di qualità.

“Ogni essere umano è impenetrabile. Sono costretto a chiedermi se l’amo ancora. Certo l’amo. L’amore non si può chiudere come un rubinetto. Più è tormentoso, più è amore. Non è così? È dura ammettere fino a che punto abbiamo bisogno di qualcun altro. Appena ci sei dentro, sei nei guai”.

 

Hanif Kureishi, Uno zero, Bompiani

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