Vuoi vivere bene con i vicini? 5 idee è un articolo che trovate su Confidenze in edicola adesso e che mi fa tornare in mente il periodo in cui i miei figli adolescenti formavano la coppia “nemico pubblico numero uno” del nostro stabile.
Infatti, appena entrati nell’età che gli adulti reputano ingrata e i giovanissimi fighissima, da innocui bambini che salutavano educatamente le persone in ascensore, i biondi fratellini si sono trasformati in ragazzetti desiderosi di dare il via a un’esistenza più libera, piena di amici, motorini e feste durante il weekend.
Tutto questo, ovviamente, ha comportato una casa sempre affollata di gente, scooter posteggiati sul marciapiede, musica a manetta ogni sabato sera. E sgomento totale in chi abita qui e avrebbe preferito che i bimbotti rimanessero delle amebe in eterno.
Invece no. Con la loro metamorfosi, l’atmosfera pseudo ovattata del palazzo ha avuto uno scossone mica da ridere. Scatenando atteggiamenti antipatici, nervosismi e addirittura aggressività nei confronti di chiunque sotto i 18 anni frequentasse casa nostra.
Ora, non è che voglia fare la mamma dei Gracchi sostenendo che i due e la loro ghenga fossero degli stinchi di santo. Ma il cambio di abitudini dettato dalla fase di crescita non giustificava affatto tanta acredine da parte dei vicini. I quali, a volte, mi sembravano invidiosi della giovane età più che infastiditi dal non rispetto delle regole della buona convivenza. Anche perché nessuno le aveva dimenticate (non del tutto, per lo meno).
Certo, ci sono stati schiamazzi notturni che qualche volta hanno sicuramente disturbato la quiete pubblica. Ma che male possono fare un po’ di musica e quattro risate dopo le ore 22 in una zona (quella dove abitiamo) in cui non si riesce neanche a sentire la televisione dal baccano che c’è in strada?
E come si fa a imbufalirsi fino a gonfiare le giugulari se un ragazzino mette la bici nel cortile per evitare che gliela rubino mentre è a pranzo dal compagno di liceo?
Aggiungo: perché sclerare se gli ospiti preferiscono le scale all’ascensore quando, salendo o scendendo, non si mettono a urlare come gli ultrà allo stadio?
Ripeto, nei condomini tanta voglia di dare addosso agli adolescenti è a mio avviso una forma di odio nei confronti della gioventù. Ma c’è di più.
Per vivere bene con i vicini in generale, basta una minima di tolleranza. Invece, le beghe sono spesso all’ordine del giorno. Tant’è che durante le riunioni è facile assistere a scenate allucinanti, perché ognuno si sente padrone delle parti comuni e vuole difenderle come se fossero il proprio territorio.
Peccato che con il tempo le situazioni cambino e che la poca disponibilità che hai dato negli anni ti si possa rivoltare contro. Oggi che i figli non abitano più con me, per esempio, nella casa ci sono nuovi adolescenti ai quali potrei riservare lo stesso trattamento che hanno subìto i miei.
Ovviamente non lo faccio, ma solo per quattro semplici motivi. Il primo: trovarli sul portone che bivaccano in attesa degli amici mi mette allegria. Il secondo: anche se a volte possono essere un po’ strafottenti, so benissimo che si tratta di ragazzi educati. Il terzo: non mi va di passare per una vecchia megera inacidita.
Il quarto? Sono profondamente convinta che, al di là di decaloghi e balle varie, la regola fondamentale per mantenere dei buoni rapporti sempre, comunque e con chiunque sia una e una sola: vivi e lascia vivere. Soprattutto, una bella adolescenza ai ragazzi.
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