“Il latino è la lingua della responsabilità e del dovere personale; la lingua della forza interiore; la lingua della proprietà e della volontà; la lingua della soggettività che si interroga di fronte al sopruso; la lingua della memoria. L’intenzione parla latino; la protesta parla latino; la confessione parla latino; l’appartenenza parla latino; l’esilio parla latino; il ricordo parla latino.
Il latino è il più vistoso monumento alla civiltà della parola umana e alla fede nelle possibilità del linguaggio”.
Care amiche e cari amici di lettura, ho scelto di cominciare questo 2017 con voi tornando alle nostre origini. Non si offenda il greco ma oggi io voglio cantare le lodi di quella che, con sottile ironia nel sottotitolo, Gardini definisce la Lingua Inutile.
Intanto, qui c’è da gridare al miracolo. Cinque edizioni per un testo che parla di latino. Come Manzoni e Leopardi, il pilastro dell’umanità paga lo scotto di essere materia scolastica. A rivendicare tutto il fascino e la bellezza del gobbo di Recanati ci hanno pensato Mario Martone con il suo bel film interpretato da Elio Germano (Il giovane favoloso) e l’ultimo scritto di Alessandro D’Avenia (L’arte di essere fragili, Mondadori). Per Manzoni e il suo romanzo meraviglioso aspettiamo fiduciosi. Per il latino ci ha pensato Gardini.
Miracolo, dicevo. Viva il latino è arrivato nelle scuole insieme al suo autore che racconta agli studenti che lo guardano con gli occhi spalancati come quello per una lingua possa essere davvero un innamoramento perfetto e per sempre. Viva il latino è arrivato nelle mani di chi studente non lo è più da un po’ ma oggi, nel ritrovare tra le pagine Cicerone, Cesare, Seneca, Ovidio e Catullo, torna sui banchi di scuola e ai lunghi pomeriggi passati a cercare di tradurre in modo più o meno corretto righe e righe di quello che allora sembrava ostrogoto puro.
Che bello quando una passione vera riesce a superare barriere che appaiono insormontabili come quelle di argomenti ritenuti pesanti, noiosi, sorpassati!
Ho letto Viva il latino dopo averlo regalato a mia figlia, quasi sedici anni e un liceo classico che le sta stretto e largo insieme. Lei lo ha ripreso in mano, dopo averlo educatamente snobbato, quando ha visto me ridere e poi perdermi in un passato non più recente e poi commuovermi fino alle lacrime. “Non è male”, ha detto, “Ma addirittura lacrime e risate! Non ti sembra esagerato?”
No. Non è esagerato.
Leggetelo. Regalatelo.
Viva il latino!
Nicola Gardini, Viva il latino, Garzanti
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