Addio a cantanti e attori, oggi i sex symbol più desiderati da ogni donna dai 15 anni in su sono gli chef. Finalmente, dopo anni di Parodi e Clerici (la bruna e la bionda, proprio come le veline di Striscia!), adesso noi femminucce possiamo lustrarci gli occhi tra padelle e pentole a pressione. E confesso che ormai le mie amiche si dividono tra chi preferisce Bastianich e chi tifa per Ramsey, neanche fossimo ragazze pompon a una finale di rugby. Persino un imberbe come Simone Rugiati, che a me ispira sessualmente come un pulcino alla sua chioccia, fa strage di cuori anche tra le più scafate cinquantenni.
Ma ora voglio parlarvi di Lui (sì, con la elle maiuscola): il famigerato Carlo Cracco! Tra i cuochi in auge, è quello che più mi stava antipatico. Da MasterChef a Hell’s Kitchen, era un trionfo di cattiveria e sadismo. Però, parliamoci chiaro, bello è bello. E ha testosterone da vendere!
Poi, poco più di un mese fa, sono stata invitata alla presentazione del suo ultimo libro “Dire, fare, brasare”. E ho avuto la folgorazione. Sorvolando sull’imbarazzante titolo del volumetto, peraltro scritto bene e utilissimo per chi crede che i fornelli siano astronavi non ben identificate, ho scoperto che Mister Chef Cracco è pure simpatico, spiritoso e alla mano (oddio, forse sto esagerando). Se non ci credete, vi svelo che ha esordito con la battuta «La cucina al vapore? È l’ospedale tradotto a casa» e ha rincarato la dose con «La cottura al forno è una menata». Ecco, in quell’anonima sala convegni mi sono innamorata di questo bel morettone, con la barba finto-incolta che attira le donne come api sul miele. Altro che fotomodelli! Nella prossima vita, voglio sposare lui!
Tant’è che ho deciso di perdonargli la sua amatriciana con l’aglio. Non lo perdonereste anche voi?
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