“Vorrei svegliarmi tra 100 anni” è il titolo dell’articolo dove Maria Rita Parsi commenta la notizia che in Svizzera, 400 persone, dal portafoglio ben rifornito, hanno deciso di farsi ibernare dopo la morte con la speranza, ma non la certezza di risvegliarsi. Costo dell’intera operazione 200.000 euro.
Sono sincera, quando ho letto la notizia ho avvertito un sottile senso di angoscia farsi strada in me, non tanto per la cifra, in fondo tra i ricchi c’è chi spende 350.000 dollari per andare nello spazio con la compagnia di Mr Brenson o con quella di Elon Musk, quanto per la paura dell’incognito. Il desiderio d’avventura dell’uomo di andare oltre le famose colonne d’Ercole risale ai tempi di Ulisse e di Omero e Virgilio e Dante hanno dedicato i loro massimi poemi a un viaggio umano nell’aldilà. Quindi niente di nuovo verrebbe da dire.
Quello che mi lascia perplessa è l’idea di fare un vero e proprio salto nel tempo, una scommessa contro la morte, farsi ibernare e risvegliarsi in un nuovo mondo.
Mentre ci penso mi vengono in mente i tanti film che hanno celebrato il desiderio dell’uomo di proiettarsi nel futuro, da Matrix a Blade Runner a Ritorno al futuro dove i protagonisti venivano catapultati da ingegnose macchine del tempo in epoche diverse dalla loro con tutte le conseguenze del caso. Certo è affascinante pensare di sconfiggere la morte, ma queste 400 persone, come spiega Maria Rita Parsi non hanno neppure la certezza di ritornare in vita, la loro è davvero una scommessa sulla scienza, ed esprime l’umanissimo desiderio di sconfiggere la morte a qualunque prezzo, con la crioconservazione.
In fondo se già la scienza ci permette di conservare gli ovuli per avere un figlio in età più avanzata, perché non dovrebbe riuscire tra qualche anno a garantire un risveglio del corpo intero?
A dire il vero gli svizzeri non sono i primi che ci provano: gli americani (che arrivano sempre prima di tutti…) già nel 2017 avevano fatto un esperimento simile in Arizona dove una società dedita alla crioconservazione (la Alcor) aveva raccolto richieste da migliaia di persone disposte a farsi ibernare in appositi silos pur di scoprire cosa c’è dopo la morte. E per alcuni la scelta era una scommessa della vita contro la morte: si conserva un corpo malato con la speranza che al suo risveglio la scienza sia in grado di curarlo.
Insomma gli scenari possibili sono davvero tanti, in Italia però la crioconservazione da vivi non è legalmente consentita, anche in casi di malati terminali.
Comunque a scanso di equivoci a me personalmente la prospettiva non convince, certo la curiosità di vedere come sarà diventato il mondo tra 100 anni c’è, ma io mi immagino di risvegliarmi vecchia a vagare spaesata per strade sconosciute senza più un soldo (a meno di non provvedere a metterseli da parte per il “risveglio”) senza più affetti (si suppone che tra cent’anni anche i tuoi figli siano dipartiti) e una nuova vita da ricominciare. Sembra un patto col diavolo, una versione rinnovata del Faust e del mefistofelico patto per l’eterna giovinezza.
Cambiano i tempi ma le paure degli uomini restano le stesse e quella di invecchiare e morire è ancora la più sentita. Voi cosa ne pensate? Se aveste i soldi li fareste ibernare per risvegliarvi nel futuro?
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