11 situazioni dov’ è meglio evitare cibi integrali

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Ci sono condizioni di salute che influiscono sulla scelta tra cereali integrali e raffinati. Ecco una panoramica completa dei casi in cui l’integrale non è la scelta migliore

Sono sicuro che ormai saprai bene che non esistono alimenti buoni o cattivi in senso assoluto: ogni cibo è salutare o nocivo a seconda della dose, del complesso della dieta entro cui lo stesso viene inserito e, non da ultimo, dallo stato di salute del consumatore.

Non fanno eccezione i tanto magnificati alimenti integrali: prodotti realizzati con farine di cereali (frumento, riso, farro, avena ecc.) ottenute dalla macinazione dell’intero chicco, compresi crusca e germe. Ciò che invece non avviene alle farine raffinate o “bianche”, private sia delle crusca che del germe. Sono queste ultime le farine con cui viene preparata la stragrande maggioranza dei prodotti a base di cereali: pasta, pane, fette biscottate, biscotti, grissini, cracker, gallette, focacce, pizze, piadine e quant’altro.

Per anni noi nutrizionisti ti abbiamo fatto una testa tanta con gli alimenti integrali, raccomandandoti di privilegiarli il più possibile. Non è stato un errore, naturalmente: i prodotti realizzati con farine integrali sono nutrizionalmente più completi per via del loro contenuto di fibre, vitamine, minerali e fitonutrienti e aiutano a prevenire numerose malattie croniche (obesità e sovrappeso, patologie cardiovascolari, stitichezza, diabete di tipo 2, alcune forme di cancro ecc.), quando consumati all’interno di una dieta corretta.

Tuttavia, come si diceva, se una cosa e buona o cattiva dipende per larga parte dal contesto. C’è un buon numero di condizioni mediche nelle quali il consumo di cibi integrali è decisamente sconsigliato nella peggiore delle ipotesi, da valutare insieme allo specialista nella migliore.

1. Sindrome dell’intestino irritabile Molte persone che ne soffrono hanno difficoltà a tollerare cibi ricchi di fibre, in particolare le fibre insolubili che si trovano nei cereali integrali. Queste possono aumentare la fermentazione intestinale da parte dei batteri e causare eccessiva produzione di gas, peggiorando gonfiore, crampi e alterazioni dell’alvo (diarrea o stitichezza).

2. Malattie gastrointestinali infiammatorie Nel morbo di Crohn e nella colite ulcerosa, i cereali integrali rischiano di irritare ulteriormente l’intestino infiammato e provocare dolore addominale, gonfiore e diarrea. Il consumo di alimenti ricchi di fibre è, se possibile, persino più controindicato in presenza di complicanze quali la stenosi e l’ostruzione intestinale.

3. Diverticolite La diverticolosi è una condizione comune in cui nelle pareti del colon si formano piccole tasche (i diverticoli, appunto). Se i diverticoli si infiammano, si verifica la diverticolite, condizione dolorosa che può richiedere cure mediche immediate. Durante gli episodi di diverticolite, la dieta deve essere a bassissimo apporto di fibre.

4. Malassorbimento e carenze nutrizionali Alcune patologie, come la celiachia non ben trattata, la stessa malattia di Crohn e altre ancora, compromettono la capacità del corpo di assorbire micronutrienti vitali, tra cui ferro, calcio, magnesio e zinco. In questi casi, l’eccesso di fibre alimentari e di fitati presenti nei cereali integrali riduce ulteriormente l’assorbimento di nutrienti essenziali.

5. Sensibilità ai FODMAP Si tratta di un gruppo di carboidrati fermentabili che possono causare gonfiore, gas e dolori addominali in soggetti predisposti. I cereali integrali sono ricchi di FODMAP.

6. Malattia renale cronica Compromette la capacità dei reni di filtrare le tossine e regolare il bilancio dei minerali nel corpo. Per evitare di sovraccaricare i reni, è necessario limitare l’assunzione di fosforo e potassio. I cereali integrali hanno un contenuto più elevato di tali minerali rispetto a quelli raffinati.

7. Diarrea acuta e cronica In questi casi il tratto intestinale è già più che abbondantemente stimolato: i cereali integrali, per via del loro alto contenuto di fibre insolubili, possono aggravare la diarrea, poiché tendono a contribuire all’irritazione della mucosa intestinale e ad accelerare il transito. Ciò vale – e a maggior ragione – anche in caso di gastroenterite.

8. Dispepsia funzionale, gastrite e ulcera gastrica In presenza di queste affezioni dello stomaco, il consumo di cibi ricchi di scorie può rallentare il processo digestivo e irritare ulteriormente la mucosa gastrica già infiammata.

9. Chirurgia recente dell’apparato digerente Dopo un intervento chirurgico come la chirurgia bariatrica oppure la resezione di una parte dello stomaco o dell’intestino, anche a causa di un tumore, è essenziale seguire una dieta a basso residuo, che riduca il carico di lavoro per il tratto digerente e ne faciliti il recupero.

10. Trattamenti oncologici Durante la chemioterapia e la radioterapia il sistema digestivo subisce spesso effetti collaterali significativi. Si tratta soprattutto di perdita di appetito, sazietà precoce, nausea, vomito, diarrea, stitichezza, mucosite (infiammazione della mucosa orale e intestinale). In queste situazioni il consumo di prodotti integrali non è indicato.

11. Quando non trovi alimenti integrali bio È l’unica raccomandazione che non riguarda una condizione di salute: scegli prodotti realizzati con farine integrali solo se provengono da agricoltura biologica. La parte esterna del chicco è quella che riceve i trattamenti fitosanitari.

Nonostante i numerosi benefici per la salute associati al consumo di cereali integrali, esistono dunque tante circostanze in cui i cereali raffinati potrebbero rappresentare la scelta più azzeccata. Pane bianco, pasta raffinata, riso brillato e compagnia contengono una quantità minore di fibre e di FODMAP e sono più morbidi, meglio tollerati e più facili da digerire.

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