«Io prima o poi lo faccio, ho deciso che mi prendo un periodo di ferie e vado a fare il Cammino di Santiago di Compostela» così mi ha detto un’amica qualche giorno fa, lasciando stupita me e le altre, visto che non ha mai mostrato particolare afflato religioso.
Poi, cambiando ambiente e situazione, sono venuta a sapere che un gruppo di ragazzi della scuola di mio figlio è partito zaino in spalla insieme ai professori per ripercorrere alcune tappe della via Francigena e che sono tornati entusiasti.
Il fascino del camminare sta prendendo piede e non solo come espressione del turismo religioso. È nata per esempio la Scuola del Movimento Lento, un programma di attività culturali dedicate alla divulgazione del viaggio a piedi, con un focus particolare nell’organizzare itinerari lungo la via Francigena (la Scuola ha ricevuto il patrocinio dell’Associazione Europea delle Vie Francigene).
Camminare è un gesto antico, è una forma di “habeas corpus” ovvero di consapevolezza del proprio essere ed esistere, che nella società di oggi, dove tutti sfrecciano su auto roboanti o scooter guizzanti, può sembrare anche un lusso. Perché nel gesto dell’andare a piedi c’è un riappropriarsi del tempo, della sua fluidità, c’è un modo di vedere le cose e il mondo che non è quello dell’occhio distratto che guarda fuori da un finestrino del treno o di un auto.
E camminare insieme ad altre persone arricchisce quel gesto di una dimensione umana, di uno scambio interpersonale che non si riesce a costruire nell’ora di viaggio in treno o in aereo
Mi piace camminare per Milano, è un modo per vivere più da vicino la città, scoprirne i suoi angoli sconosciuti, così come percorrere sentieri che portano a rifugi in montagna è un modo per mettersi la prova, sperimentare la fatica fisica, quella sana stanchezza che a fine giornata ti fa sentire vivo.
C’è molto da imparare quindi nella straordinaria storia di Andrea Spinelli In cammino, che trovate su Confidenze. Andrea ha il cancro e ha deciso di combatterlo e sfidarlo camminando, mettendo alla prova il suo fisico e nello stesso tempo ritrovando la voglia di vivere attraverso un gesto semplice come il camminare.
Della sua avventura ne parla nel libro Se cammino vivo. Se di cancro si muore pur si vive (Ediciclo). E a voi piace camminare? Avete mai percorso una grande distanza a piedi? Raccontatecelo.
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