Tra le nuove diete è in assoluto la più prescritta e seguita. Ma l’errore sta proprio qui, nel credere che sia nuova: la dieta chetogenica infatti ha ormai oltre un secolo. È stata testata per la prima volta nel 1921, come terapia dell’epilessia infantile intrattabile. Successivamente, l’effetto della dieta chetogenica è stato esplorato in un’ampia gamma di malattie: autismo, depressione, patologie attribuibili a difetti metabolici, emicrania, narcolessia, cancro, obesità, diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari, sindrome dell’ovaio policistico e persino patologie neurodegenerative quali malattia di Alzheimer e Parkinson.
Insomma, la dieta chetogenica ha un glorioso passato, è stata studiata in numerosi trial clinici, si basa su una solida conoscenza della fisiologia umana e della scienza della nutrizione e non può essere considerata una dieta “alla moda”, benché solo negli ultimi anni abbia conosciuto una straordinaria diffusione e popolarità, soprattutto come dieta dimagrante.
Ma di cosa si tratta, precisamente? Di una dieta ad alto contenuto di grassi, adeguatamente proteica e molto povera di carboidrati, che porta alla produzione di corpi chetonici (molecole come acetone, acido acetoacetico e acido β-idrossibutirrico), i quali vengono usati dall’organismo come fonte di energia al posto del glucosio. Seguendo la dieta chetogenica, il metabolismo effettivamente cambia: il corpo entra in una condizione, chiamata chetosi, in cui adopera i grassi come carburante (sia quelli presenti nella dieta che i grassi immagazzinati nel corpo) invece degli zuccheri, come normalmente fa.
Nel dimagrimento, la dieta chetogenica funziona benissimo e velocemente, anche per i grandi obesi. Inoltre, dalla sua ha il vantaggio di risultare estremamente saziante, e così di non far sentire la fame, nemmeno nelle sue varianti più ipocaloriche.
I cibi che deve mangiare e quelli che deve evitare chi segue una dieta chetogenica sono precisamente individuati. Tra gli alimenti contemplati ci sono i grassi (avocado, olio d’oliva, olio di cocco, burro, frutta a guscio), le proteine (di carne e pesce, quindi pollo, tacchino, manzo, maiale, salmone, tonno, trota ecc., le uova, i formaggi) e le verdure a basso contenuto di carboidrati digeribili (cavoli, broccoli, zucchine, peperoni, asparagi, spinaci ecc.). È invece necessario che siano completamente eliminati pane, pasta, riso, tutti gli altri cereali e pseudocereali in qualunque forma, patate, legumi, quasi tutta la frutta (eccetto le bacche) e ogni alimento che contenga zucchero (dolci, bevande zuccherate ecc.).
La dieta chetogenica fa per te? Se hai intenzione di iniziare a seguirla, devi conoscere per tempo alcuni aspetti. Si tratta sicuramente di un approccio impegnativo e limitativo, anche delle occasioni sociali come cene e happy hour, in cui spesso è difficile trovare alimenti keto-friendly. Rispetto a una dieta dimagrante più convenzionale, inoltre, non ammette sgarri, nemmeno minimi, pena l’interruzione dello stato di chetosi e quindi l’arresto dei benefici derivanti dalla dieta chetogenica. In più, con molta probabilità dovrai assumere integratori per colmare specifiche carenze di nutrienti, quando non addirittura piatti chetogenici pronti, adeguatamente bilanciati nel loro rapporto di grassi, proteine e carboidrati, che sono tipicamente costosi. La chetogenica è controindicata in diverse condizioni (innanzitutto, disturbi del comportamento alimentare, altre patologie psichiatriche, gravidanza, allattamento, insufficienza renale, aritmie, diabete di tipo 1) ed è una dieta che non può assolutamente essere impostata da soli: il ricorso al nutrizionista è tassativo, se non ci si vuole fare del male. Metti infine in preventivo il rischio di soffrire per almeno una settimana di sintomi fastidiosi (la cosiddetta “influenza chetogenica”: stanchezza, disturbi del sonno, nervosismo, alitosi e altro ancora), prima che il tuo corpo si adatti alla chetosi.
Vuoi conoscere la mia opinione sulla dieta chetogenica? La uso anch’io con alcuni pazienti della Clinica del Cibo, ma solo se dimostrano di essere estremamente motivati e quando ci sia la necessità di perdere tanti chili in poco tempo (ad esempio, in previsione di un intervento di chirurgia bariatrica). Altrimenti preferisco strategie nutrizionali più morbide, che riscontro essere altrettanto efficaci o quasi, a fronte di un impegno meno gravoso.
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