I bambini italiani sono troppo grassi. Praticamente un ragazzo su tre tra i 6 e i 14 anni è in sovrappeso o francamente obeso. Il fenomeno non è di nuova insorgenza: nel Belpaese, culla della dieta mediterranea, il sovrappeso in età pediatrica è una tendenza in crescita ormai da anni.
Recentemente ci si è messo pure il Covid e sopratutto il lockdown: con la pandemia, bambini e adolescenti italiani hanno guadagnato ulteriore peso. Non stupisce: un’analisi di Coldiretti di alcuni mesi fa ha rivelato che, durante la permanenza forzata a casa, i più giovani mediamente non solo si sono mossi di meno, ma hanno consumato un pasto in più, non di rado costituito da cibo spazzatura.
Quello dell’obesità infantile è un problema reale. Gigantesco. Che non si può ignorare. Va affrontato a partire dalla famiglia, che certo non deve essere lasciata sola, ma che rappresenta il luogo primario dove le abitudini alimentari nascono, si sviluppano, si cristallizzano. I genitori devono prestare la massima attenzione alle reali esigenze nutritive dei più piccoli e meno ai loro capricci e alle avversioni ingiustificate verso questo o quell’alimento, se hanno a cuore la salute dei loro figli e il loro futuro.
Un bambino grasso sarà infatti un adulto grasso, con poche eccezioni. Con l’intero corollario di patologie – croniche, invalidanti, potenzialmente mortali – che l’obesità comporta: dalle malattie cardiovascolari al diabete, dai problemi articolari a diversi tipi di cancro, passando per le malattie renali, la depressione, le patologie respiratorie e i disturbi ginecologici e della sfera sessuale. Un bambino grasso sarà un adulto malato. Quando già non lo è alla sua tenera età.
Nessuno possiede la formula magica per sconfiggere l’epidemia di obesità infantile. Ma – trovo – alcuni aspetti sono essenziali.
Riconosciamo il problema
Non minimizziamo, sottovalutando i rischi del sovrappeso in età pediatrica. Il grasso non è indice né di benessere né di salute, come forse si credeva in un passato nemmeno poi così remoto, in cui miseria e povertà erano gli spettri. Oggi siamo sommersi dal cibo e la scienza medica non ha dubbi: l’obesità è una malattia. Smettiamola di dire “è la sua costituzione” o, peggio, “avrà tempo da grande per dimagrire”.
Assumiamoci le nostre responsabilità
I bambini non fanno la spesa e nemmeno cucinano. C’è da aggiungere altro?
Diamo il buon esempio
Magari la nostra alimentazione è perfetta e ciò non basta comunque. Ma, se così non fosse, e se noi per primi evitiamo frutta e verdura, esageriamo con i dolci e acquistiamo soprattutto cibi pronti, confezionati e trasformati, come possiamo pensare che i nostri ragazzi si comportino diversamente?
Riempiamo il piatto di meno
È vero che stiamo parlando di organismi in crescita, ma non è materia di discussione: l’eccesso di calorie fa ingrassare. Assicuriamoci che le porzioni che serviamo siano commisurate a età e stile di vita dei nostri figli.
… Ma soprattutto riempiamolo di cibi sani
Sotto il profilo nutrizionale è senz’altro il punto cardinale. I bambini sono grassi perché mangiano male: merendine, biscotti, gelati, creme, pizze, patatine, bibite industriali e altre mille schifezze cariche di zucchero, sale, farine raffinate, grassi di pessima qualità, additivi di ogni sorta e calorie vuote. E, per giunta, si tratta di prodotti poveri dei nutrienti che veramente servono al corpo umano, per crescere, vivere, funzionare bene e restare in salute: vitamine, sali minerali, proteine, grassi sani, fibra. Sono loro i cibi che aprono la porta all’obesità. Riduciamo al massimo, allora, il cibo spazzatura e semplifichiamo la lista della spesa, facendo in modo che la dieta dei ragazzi ruoti intorno agli alimenti che nutrono davvero: verdura e frutta fresche, pesce, carne, latticini, uova, cereali integrali, legumi, frutta a guscio. Il tutto quanto più possibile genuino e preparato in modo semplice. Un dolce ogni tanto non farà alcun male, un dolce ogni giorno sì.
Facciamoli muovere
Una volta i bambini correvano tutto il giorno in cortile o all’oratorio. Era relativamente difficile imbattersi in ragazzi in sovrappeso. Oggi videogiochi, smartphone e televisione, per la sedentarietà che comportano, sono i migliori alleati della preoccupante crescita dell’obesità infantile. In più, purtroppo, stare seduti davanti alla TV consente di tenere comodamente uno snack industriale in una mano e una bevanda gassata nell’altra.
Chiedono cibo, diamogli attenzioni
Il sovrappeso non è mai semplicemente un problema di calorie in eccesso: la richiesta smodata di cibo può essere un modo, non verbalizzato, di chiedere maggiori attenzioni, affetto, considerazione, presenza. Lo è per gli adulti, lo è, a maggior ragione, per i più piccoli.
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