Sarà la stagione che avanza verso l’estate, ma il rinnovarsi della natura ha sempre qualcosa di magico.
Gli alberi di fronte a casa sono tornati folti e maestosi, il fruscio delle foglie smosse dal vento dei temporali di questi giorni, giunge come un’eco tempestosa.
E nel parco di casa la grande magnolia sta preparando i suoi fiori bianchi che spunteranno tra poco. È una pianta gigantesca, alta otto piani, i bambini si divertono ad entrare tra i rami più bassi dove negli anni si sono aperti un varco, eletto a nascondiglio di tante partite a nascondino, o a luogo segreto di scambio di figurine. Quando nel condominio serpeggiò la funesta idea di tagliarla, perché le radici creavano infiltrazioni nei box, ci fu una raccolta firme che vide una volta tanto i condomini d’accordo nel salvare una pianta quasi secolare.
A volte penso se mio figlio da grande si ricorderà dei pomeriggi assolati trascorsi in cortile all’ombra di questa magnolia, e se in cuor suo, l’avrà eletta l’albero dei suoi sogni. Già, perché ciascuno di noi ha un albero del cuore, magari solo immaginato, al quale ha legato ricordi e fantasie.
Il mio esiste davvero, è il platano di Napoleone, si trova a Marengo, alle porte di Alessandria, dove avvenne la celebre battaglia vinta da Napoleone Bonaparte contro gli austriaci il 14 giugno del 1800.
“Dicono che l’ampiezza delle sue fronde facesse ombra a più di 100 cavalli”, raccontava mio nonno, e io, mentre lo ascoltavo, da bambina fantasticavo su soldati in uniforme napoleonica e cavalli che si abbeveravano all’ombra di quelle foglie.
Una targa lo ricorda come il “Platano di Napoleone”. Oggi quando mi capita di passarci davanti, per tornare alla casa dei miei nonni, l’effetto è sempre lo stesso, quello di un monumento della natura che ha resistito a tangenziali e autostrade e che forse andrebbe più valorizzato.
Il legame tra l’uomo e la natura è uno dei più antichi e più difficili da spezzare. Di esso parliamo nella storia vera raccolta di Daniela Agostinone, “Il noceto non si tocca! ” pubblicata su Confidenze.
Ci troverete tutto l’attaccamento della protagonista alla propria terra di origine, ma anche una critica a un certo ecologismo che in nome delle fonti di energia alternativa è disposto a tutto. Vi invito a leggerla e a raccontarci se anche voi avete un albero del cuore.
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