Poche settimane fa, proprio qui sul blog di Confidenze, Valeria Camagni si chiedeva nel post Bambini vegani? No grazie se fosse giusto imporre ai figli le proprie convinzioni alimentari, affrontando il tema dal punto di vista educativo e morale.
Se ne potrebbe discutere a lungo, perché ciascuno ha un personale insieme di valori. Oggi io però vorrei parlarvi di ciò che sulla dieta vegana per i bambini afferma la scienza. E in ambito scientifico le opinioni non trovano spazio. O, meglio, non dovrebbero trovarne, ma non sempre è così.
Esiste, infatti, qualche isolato documento scientifico che sostiene che la dieta vegana (un’alimentazione che esclude tutti i cibi di origine animale: carne, pesce, uova, latticini, miele) sarebbe adatta a ogni età, infanzia inclusa. Se si va a ben guardare, tuttavia, si scopre che gli autori di questi position paper tanto entusiastici verso il modello nutrizionale 100% vegetale sono pressoché sempre medici e nutrizionisti vegani, per giunta in genere pure membri apicali di associazioni che hanno tra le loro finalità la promozione e la diffusione della dieta vegan. In sostanza, l’oste che dice che il vino è buono.
Gli esperti non ideologicamente schierati, le società scientifiche più autorevoli e le istituzioni sanitarie, invece, manifestano viva preoccupazione e spesso addirittura sconsigliano esplicitamente la dieta vegana nell’infanzia.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, il più importante organismo internazionale per le politiche della salute, così si esprime nelle sue linee guida sullo svezzamento: “Alimentare il bambino con una varietà di cibi per garantire che le esigenze nutrizionali siano soddisfatte. Carne, pollame, pesce o uova dovrebbero essere consumati ogni giorno o più spesso possibile”.
Ancora più netta la posizione che la stessa OMS ha preso insieme all’Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, nel documento congiunto Alimentazione e nutrizione di neonati e bambini piccoli: “Le diete vegane possono avere seri effetti sullo sviluppo infantile e dovrebbero essere scoraggiate“.
Con riferimento al nostro continente, identico monito è provenuto dall’ESPGHAN, la Società europea di gastroenterologia, epatologia e nutrizione pediatrica. Che ha anche aggiunto: “Sebbene teoricamente la dieta vegana possa soddisfare i requisiti nutrizionali quando madre e bambino seguono i consigli medici e dietetici relativi all’integrazione alimentare, i rischi del non aderire alle indicazioni sono gravi, tra cui danni cognitivi irreversibili dovuti alla carenza di vitamina B12 e morte”.
L’Autorità sanitaria danese anche quest’anno ha raccomandato ai genitori di non far seguire la dieta vegana ai bambini piccoli.
Dello stesso tenore sono le linee guida tedesche e svizzere, che estendono il loro invito a evitare la dieta vegana persino nelle donne in gravidanza e allattamento.
Massima deve essere poi l’attenzione alle posizioni che si riferiscono direttamente alla realtà italiana. FIMP (Federazione italiana medici pediatri), SIPPS (Società italiana di pediatria preventiva e sociale) e SIMP (Società italiana di medicina perinatale) nel 2018 si sono espresse in maniera inequivocabile, dichiarando che il modello alimentare vegano è inadeguato al corretto sviluppo neuro-psico-motorio del bambino e raccomandando una dieta che comprenda tutti i gruppi alimentari.
Prima ancora, aveva manifestato la propria contrarietà la SIP, Società italiana di pediatria, che attraverso le parole del suo presidente avvertiva che “l’alimentazione vegana non è indicata a dei bambini“.
Il professor Umberto Veronesi, continuamente citato da tanti vegani a sostegno della superiorità della loro scelta alimentare (a sproposito, visto che Veronesi era vegetariano e non vegano, e soprattutto non era un fanatico), intitolò testualmente così un suo articolo su Oggi dell’8 luglio 2016, ancora reperibile on line: “La dieta vegana è pericolosa per i bambini“.
In breve, c’è la comunità scientifica nazionale e internazionale che non ha alcun interesse “di parte” nell’avvallare questo o quel modello nutrizionale, che fornisce indicazioni basate solo su ciò che è meglio validato dalle evidenze disponibili e che dichiara che la dieta vegana in età pediatrica è sconsigliata, o nella più favorevole delle ipotesi non raccomandata, per l’alto rischio di danni irreversibili alla salute del bambino. Le si contrappone una sparuta minoranza di figure ideologizzate, che invece esalta la dieta vegana e produce scritti ad hoc che sembrano ispirati più dal desiderio di diffondere tra la popolazione l’alimentazione senza derivati animali che dalla volontà di ricercare la verità e di tutelare la salute pubblica. Credere che le due posizioni abbiano lo stesso valore è un grossolano errore.
Non c’è ragione medica o nutrizionale per imporre a un bambino la dieta vegana, che comporta solo rischi e nessun vantaggio. Un’alimentazione tradizionale ben impostata è più sicura, varia, gustosa, sana, razionale, completa e adatta alla fisiologia e ai bisogni del bambino (e dell’adulto) di quanto lo sia una dieta esclusivamente vegetale.
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