Grazie soprattutto a Internet, negli ultimi anni ha preso sempre più piede, anche tra giovani e giovanissimi, l’alimentazione vegana. Per coloro che ancora non lo sapessero, si tratta di una radicalizzazione della dieta vegetariana, nella quale, insieme a carne e pesce, viene eliminato ogni altro prodotto animale (uova, latticini, persino miele) e si consumano solo alimenti di provenienza vegetale: cereali, legumi, verdura, frutta, semi e frutta a guscio.
Mi guardo bene dal formulare giudizi nei confronti di chi compie questa scelta per motivi etici o religiosi. Quello che però non mi piace è il tentativo, massivamente messo in atto da più parti, di fare proseliti spacciando la vegana come la dieta più salutare in circolazione.
Non è così. Non esiste una sola ricerca che dimostri che un’alimentazione completamente priva di derivati animali sia la più benefica per la salute umana. E, conseguentemente, non c’è una sola nazione al mondo che attraverso le proprie linee guida alimentari raccomandi alla popolazione l’adozione di una dieta vegana. Anche la quasi totalità dei nutrizionisti non consiglia tale regime alimentare.
Tutti gli enti e le autorità in materia di nutrizione, al contrario, mettono in guardia dal rischio di alcune carenze legate al mancato consumo di cibi animali e che si è visto essere particolarmente frequenti nei vegani. Si tratta innanzitutto di possibili deficit di nutrienti quali vitamina B12, zinco, calcio, ferro, certi omega 3 come EPA e DHA, proteine, vitamina D. Così come, al contrario, l’alimentazione vegana rischia di essere troppo ricca di altre sostanze, il cui eccesso può rivelarsi nocivo: carboidrati, acido fitico e ossalati, in testa.
La stessa OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il più importante organismo internazionale deputato alle politiche della salute, addirittura raccomanda, in accordo con l’Unicef, di evitare le diete prive di proteine animali nei bambini, a causa del rischio più elevato di deficienze nutrizionali e di conseguenti problemi fisici e intellettivi (rachitismo; ritardi della crescita e dello sviluppo psicomotorio; difficoltà di relazione, apprendimento e memorizzazione) che esse comportano.
Personalmente sono un fan di frutta, verdura, cereali integrali e semi oleaginosi e non manca numero di Confidenze tra amiche in cui sulle pagine della mia rubrica Benessere Naturale non dedichi almeno un box ai loro benefici e alla necessità di aumentarne il consumo, ancora decisamente basso per troppi italiani.
Ma mangiare tanti vegetali e impostare la dieta soprattutto su questi non vuol dire escludere completamente la carne, il pesce, le uova. Una decisione che non ha alcuna ragione salutistica.
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