Le ragioni per cui le persone mangiano più di quel che dovrebbero (con tutto ciò che ne consegue, innanzitutto a livello di aumento di chili e girovita) sono diverse.
Comprendere qual è la maniera individuale di rapportarsi al cibo è il primo passo per fronteggiare il problema. Risiede infatti lì, almeno in parte, la soluzione all’iperfagia: correggere la modalità disfunzionale costituisce la chiave per liberarsi dalla tendenza ad alimentarsi oltre le reali necessità e per tornare ad ascoltare con più attenzione fisiologici segnali del corpo quali fame e senso di sazietà.
A seconda del particolare comportamento alimentare messo in atto, i mangiatori eccessivi possono essere suddivisi in specifiche categorie. Nella mia pratica professionale ne ho individuate almeno 6 differenti. Ti riconosci in qualcuna di loro?
1 – Il goloso
Amante dei piaceri della tavola, è irresistibilmente attratto soprattutto da dolci e cibi ricchi di grassi, calorie e sapidità. La spinta che lo muove verso il cibo è il puro piacere di mangiare, la gola. Al ristorante questa tipologia di mangiatore la si riconosce immediatamente.
2 – Il mangiatore emotivo
Tipologia molto diffusa è quella di chi adopera il cibo per affrontare le emozioni sgradevoli, l’ansia, l’umore depresso. Nel cibo viene cercato ciò che non si trova in altri ambiti della vita: relazioni che non funzionano, rapporti lavorativi critici, insoddisfazioni di vario tipo, frustrazione, solitudine. Il cibo – che per il mangiatore emotivo di solito è cibo spazzatura (merendine, biscotti, cioccolato, gelati, patatine ecc.) – diventa quell’occasione di conforto negato dalle circostanze e una compensazione del disagio affettivo.
3 – Il “finalmente è il momento per me”
Passa l’intera giornata fuori casa e in genere è un grande lavoratore. Per questa tipologia di mangiatore la cena e il dopocena sono “sacri”: sono il momento in cui può chiudere fuori dalla porta il mondo con le sue preoccupazioni, gli impegni, le scadenze, per godersi qualche ora di pace e rilassatezza insieme alla famiglia o davanti alla TV. E quale migliore “coccola” e antidoto allo stress del cibo?
4 – Lo smangiucchiatore
Che faccia o meno i tre classici pasti principali, negli altri momenti della giornata ha sempre la tendenza a spizzicare qualcosa di dolce o salato, magari in piccole quantità, ma ripetutamente. Di norma si tratta di persone che trascorrono molta parte della giornata in casa, come le casalinghe, o di lavoratori che passano tante ore alla scrivania. Nel primo caso, noia e assenza di stimoli rappresentano spesso la molla verso il cibo. Per chi smangiucchia in ufficio, la colpa è più che altro della scarsa attenzione che si presta all’atto del mangiare, perché lo si fa mentre si sta davanti al computer o comunque si lavora. In entrambi i casi, il piluccamento frequente diviene nel tempo un micidiale automatismo.
5 – Il “sempre-a-dieta”
Passa da una dieta all’altra, nel tentativo, sempre più arduo, di governare un peso che non riesce più a stabilizzarsi. Al di là del fatto che il continuo sottoporsi a regimi dimagranti rischia di uccidere definitivamente il metabolismo (“Sa, dottore, mangio un crackerino e un gambo di sedano e non perdo più un etto…”), tra un periodo di restrizione calorica e l’altro il sempre-a-dieta comprensibilmente si arrende alle tentazioni. Prima cede solo a qualcuna, poi finisce per mollare ogni cautela perché “tanto ormai…” e si lascia andare a tutto ciò che la dieta gli aveva negato. Tra i cibi che ritornano prepotentemente, i carboidrati sono senz’altro in cima alla lista.
6 – L’affamato che non sa di esserlo
Esordisce dicendo che soffre di fame nervosa (non puoi immaginare quanti ne veda in studio) e racconta che arriva a casa dopo il lavoro ed è costretto a buttarsi su snack dolci o salati, ma persino semplice pane o ciò che di pronto trova in frigorifero. Interrogandolo, si scopre che fa una colazione striminzita oppure salta il pranzo. Altro che fame nervosa: questa è fame vera, il reale bisogno di nutrirsi! È indispensabile correggere l’alimentazione nel resto della giornata.
Ci sono naturalmente anche altri quadri, che qui non menziono perché minoritari o francamente patologici, come i DCA, i disturbi del comportamento alimentare, tra cui rientra il binge eating, il disturbo da alimentazione incontrollata.
In ogni caso, qualunque tipo di mangiatore eccessivo tu sia, puoi trovare l’aiuto di cui hai bisogno rivolgendoti a figure professionali adeguatamente formate per curare sia gli aspetti nutrizionali che quelli comportamentali. Perché dimagrire non è mai solo una questione di calorie.
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