24 milioni: è l’incredibile numero di italiani che oggi soffre di una patologia cronica, ovvero di una malattia che non migliora nel tempo e che men che meno guarisce. Si tratta di ben 2 italiani su 5, che convivono ogni giorno con diabete, artrosi, artrite, ipertensione, allergie e una serie molto lunga di altri disturbi, non di rado responsabili anche di un severo scadimento della qualità di vita.
I soggetti più colpiti da patologie croniche sono le donne: il 42,6% degli individui di sesso femminile è afflitto da almeno una malattia che non si risolve e, anzi, è spesso in lento ma costante aggravamento.
Secondo le recenti proiezioni di Osservasalute, l’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane, il trend è in crescita: tra dieci anni i malati cronici diventeranno 25 milioni. Una quota gigantesca anche per le casse dello Stato: si stima che nel 2028 per assistere questi pazienti serviranno oltre 70 miliardi di euro.
Thomas Alva Edison, noto ai più per aver legato il suo nome alla “scoperta” della lampadina, è stato anche l’autore di una frase che mi ha sempre affascinato: “Il medico del futuro non prescriverà medicine, ma educherà il paziente alla cura della sua struttura fisica, alla corretta alimentazione e alle cause e alla prevenzione delle malattie”. Spiace davvero constatare quanto lo scenario ipotizzato dal geniale inventore appaia ancora così lontano, alla luce di numeri tanto ingenti.
In parte è stupefacente, perché da anni vanno accumulandosi sempre più abbondanti le evidenze scientifiche che attestano che abitudini di vita sane diminuiscono l’incidenza di molte patologie cronico-degenerative, contrastano il loro aggravamento, ne mitigano i sintomi e addirittura, in determinate circostanze, sono in grado di invertirne l’evoluzione.
Disponiamo di approcci alimentari che possono aiutarci ad allontanare il rischio di cancro, diabete, malattie cardiovascolari, disturbi autoimmuni, disfunzioni ormonali, osteoporosi, Alzheimer e tanto altro ancora. Quando queste patologie dovessero aver fatto già la loro comparsa, non di rado trattamenti nutrizionali mirati consentono di ridurre i medicinali, con un taglio alla spesa individuale e collettiva e, soprattutto, all’abuso di sostanze farmacologiche non prive a volte di pesanti effetti collaterali.
Dopo anni di attività e tanti pazienti con cui ho avuto il piacere di lavorare, sono persuaso che non c’è probabilmente patologia al mondo che non possa migliorare, in tutto o in parte, con un’alimentazione ben studiata, intelligenti modifiche dello stile di vita e l’impiego razionale di specifici rimedi naturali.
Le scelte che compiamo ogni giorno possono trasformare il destino di tante malattie. Credo che dovremmo diventarne tutti più consapevoli, e ricordarcelo spesso.
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