Accanto a cannella, noce moscata e altri aromi più noti di lei, la curcuma ha finalmente conquistato il suo spazio negli scaffali dei supermercati e così ha cominciato a essere più presente anche nella cucina di molti italiani. Del resto, questa spezia indiana, ingrediente-principe del curry, i numeri per farsi strada li ha tutti: non solo impartisce profumo e colore a tante preparazioni, ma è pure una fonte generosa di benefici, grazie al contenuto di principi attivi (soprattutto curcumina e curcuminoidi) dotati di proprietà antinfiammatorie e antiossidanti, protettivi della memoria, utili per mitigare dolori di diversa natura e per migliorare la risposta immunitaria.
Ad appannare tante virtù c’è un solo limite: i composti della curcuma faticano a essere assorbiti dal corpo. La sfida allora è quella di massimizzare la biodisponibilità di curcumina e curcuminoidi, affinché i vantaggi per la salute che derivano dal consumo di questa spezia siano più reali che potenziali.
La bevanda a base di latte e curcuma nota come “latte d’oro”, traduzione dell’inglese golden milk, è un modo concreto per ottenere questo risultato.
Quest’antica ricetta della tradizione yoga kundalini, consigliata dai maestri yogi per mantenere flessibili le articolazioni, sfrutta tre elementi che si sono dimostrati efficaci per incrementare l’assimilabilità delle sostanze benefiche presenti nella curcuma: il calore, l’associazione con alimenti grassi e l’aggiunta di un ingrediente (il pepe nero) che potenzia anche del 2000% la biodisponibilità dei principi attivi di questa spezia.
La mia versione del golden milk è più semplice e veloce da preparare rispetto alla ricetta originale, ma consente comunque di trarre il meglio della curcuma. Ti basta versare in un pentolino di latte – animale o vegetale – un cucchiaino di curcuma in polvere, aggiungere un pizzico di pepe nero e far cuocere per una decina di minuti. A chi non gradisce la consistenza un po’ pastosa del latte d’oro consiglio di filtrare la bevanda con un colino prima di sorseggiare, mentre coloro che trovano troppo pungente il sapore possono addolcire con poco miele integrale, o aromatizzare ulteriormente con cannella o zenzero in polvere.
Il nome golden milk è certamente ispirato al colore dorato di questa bevanda, ma il paragone con il metallo più prezioso non è azzardato anche sotto altri profili: il latte d’oro è un vero e proprio elisir antiossidante che, assunto dopo i pasti, ha anche effetti digestivi. Tanto valore al prezzo di pochi centesimi.
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