Ha tentato Eva nel giardino dell’Eden, fu scelta come premio (il “pomo della discordia”) per eleggere la dea più avvenente dell’Olimpo, è il frutto a cui Biancaneve non sa resistere: la mela è stata una calamita per simboli e significati ben prima di approdare al detto popolare che la vedrebbe togliere il medico di torno se consumata quotidianamente.
Non mi addentro nel mito, ma sulla fama salutistica delle mele spendo volentieri qualche parola, perché, come (quasi) sempre, nei proverbi c’è una saggezza che prevale su qualche innegabile semplificazione.
Una prima nota di merito per questi frutti va al generoso contenuto di fibre, e di pectina in particolare, una sostanza con accertate proprietà anticolesterolo, utile per modulare la glicemia e in grado di agire come prebiotico, nutrendo la flora batterica “buona” ospite del nostro intestino.
Le mele possiedono anche un buon capitale di flavonoidi: agli effetti antiossidanti di queste molecole si deve gran parte dell’azione protettiva esercitata da questi frutti nei confronti delle patologie cardiovascolari e di alcune forme di cancro, quali il tumore del polmone e diverse neoplasie del tratto gastrointestinale, come emerge da una ricerca pubblicata qualche tempo fa sulla rivista scientifica Public Health Nutrition.
Uno specifico flavonoide, la quercetina, ha poi qualità antiallergiche (si comporta un po’ come un antistaminico naturale) e spiccatamente antinfiammatorie. Insieme ad altri principi attivi, la quercetina rende conto del contributo che le mele, inserite nella dieta con una certa regolarità, offrono alla prevenzione di molti disturbi respiratori, inclusa l’asma.
Infine, la mela, mangiata con la buccia, è un alleata di chi ha la necessità di tenere sotto controllo il peso, non solo per l’abbondanza di fibre che le conferisce un alto potere saziante, ma anche perché racchiude una sostanza, l’acido ursolico, concentrato proprio nella buccia, capace di stimolare il corpo a consumare energie.
Asseconda il proverbio e porta spesso in tavola le mele, dunque, approfittando delle numerose varietà disponibili. Non limitarti a sgranocchiare una “Stark” come spuntino di metà mattina, ma affetta una “Golden” nella ciotola dei cereali per la colazione, aggiungi tocchetti di “Granny Smith” all’insalata, proponi una “Annurca” per merenda ai tuoi figli, cuoci le “Renette” con zenzero e cannella per prepararti una profumata alternativa al dolce.
L’unica accortezza che dovresti tener presente è preferire le mele biologiche. Alcune analisi hanno riscontrato in questi frutti, coltivati tradizionalmente, residui di pesticidi. Il mio consiglio è quindi, almeno in questo caso, di privilegiare le colture bio.
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