Di lupi ne ho già parlato perché, da tempo ormai, sto seguendo il problema della loro ripopolazione in Italia. A parte il mio personale impegno per la salvaguardia dei diritti degli animali, leggendo tutto quello che ho potuto sulla specie e sulle sue abitudini, mi sono sempre più convinta che l’animale più temuto (forse perché è simbolo del nostro inconscio?) vada salvato dall’ignoranza che da sempre accompagna la sua storia.
Ma non voglio dilungarmi su argomenti già trattati proprio qui. Vi propongo però un piccolo memo che sintetizza tre punti da non dimenticare.
1) Non è affatto vero che i lupi attaccano l’uomo: al contrario, lo temono come il peggiore dei nemici. Difficilmente un lupo si avvicina a noi, anche quando è affamato.
2) Il lupo è un eccezionale regolatore dell’eco-sistema perché si nutre della fauna montana con delle regole che sembrano dettate dalla precisa responsabilità di mantenere il corretto equilibrio delle specie per la conservazione della natura. Per esempio, in America del Nord si verificano stagioni in cui i lupi sterminano branchi e branchi di ungulati mentre l’anno successivo no.
Da noi la preoccupazione maggiore riguarda gli allevatori di bestiame le cui stalle sono a rischio di predazione.Tuttavia forse non sapete che…
3) … basta un buon cane da pastore per tenere lontani i lupi. Infatti il Wolf Apennine Center (centro permanente di riferimento istituzionale per la gestione del Lupo istituito presso il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano) sta incentivando questa cultura, offrendo agli allevatori cani da pastore maremmano-abbruzzesi gratuitamente (comprese le future cure veterinarie).
Vi ho convinto? Se ancora temete il lupo, leggetevi “Una serenata al lupo”, la storia vera raccolta da Laura Boschi pubblicata nel numero in edicola (a pagina 60). Vi spiazzerà.
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