Giornalista e conduttrice del Tg1, ma anche di programmi di attualità, Emma D’Aquino ci racconta come la sua passione per il lavoro arrivi da molto lontano. E si apre con noi anche su argomenti più personali.
Con Sabato in diretta, in onda su Rai 1 nel pomeriggio del sabato, ogni settimana raccogli il testimone da Alberto Matano. Siete amici?
«Sì, da tanti anni. Sabato in diretta, però, è più un rotocalco rispetto a La cronaca in diretta. Noi approfondiamo un fatto accaduto, ma abbiamo altri segmenti, dalle interviste a personaggi famosi e gente comune alle ultime novità su Ballando con le stelle».
Sei una delle conduttrice di punta del Tg1 delle 20. È faticoso lavorare su due fronti (notiziario e programma)?
«Un po’ sì, perché il cervello è sempre all’erta. Il Tg1 è molto diverso dal settimanale. Lo presento ormai dal 2012, era il mio traguardo e ho coronato un sogno. Sento la responsabilità nel divulgare le informazioni e sul lavoro sono maniacale. Lo stesso, però, a volte qualcosa non funziona. E naturalmente, se arriva una notizia all’ultimo minuto bisogna cambiare tutto al volo. È successo lo scorso 21 luglio: stavamo per andare in onda e alle 19,53 abbiamo saputo delle dimissioni del presidente americano Joe Biden. Così, abbiamo dovuto improvvisare un Tg a braccio, che è proseguito oltre l’orario».
Sei stata per anni un’inviata. Ti manca il lavoro sul campo?
«Adesso no, c’è un momento per tutto. La figura dell’inviata richiede un impegno fisico notevole e oggi ho trovato un mio equilibrio. Psicologicamente raccontare due guerre non è facile neanche dallo studio. Figuriamoci viverle. Ora per me sarebbe troppo difficile. Non avrei mai voluto dover commentare le immagini di bambini spaesati, feriti, trasportati da un posto all’altro per cercare di schivare la morte. Il mio sogno sarebbe annunciare la pace. In Ucraina e in Medioriente».
Sei nata a Catania. I tuoi lavoravano nel mondo della comunicazione?
«Assolutamente no. Erano entrambi insegnanti, papà all’università. Ma io fin da piccolissima sognavo di condurre un telegiornale. Mio fratello, che ora è ingegnere e vive a Milano, mi ha ricordato quando fingevo di essere davanti a una telecamera e leggevo notizie inventate, girando i fogli come fanno in tivù. Sono grata alla vita che mi ha permesso di fare quello che volevo, ma ho messo tanto impegno e sacrificio. E per realizzarmi ho perso qualche affetto. Spesso mi sono sentita dire: “Se questo è il tuo weekend libero, perché hai accettato di partire?”. Non è facile spiegare che il mio è un mestiere che richiede disponibilità totale».
Meglio trovarti un fidanzato giornalista?
«No, per carità, basto io».
A casa cosa ti dicevano?
«All’inizio i miei genitori avrebbero preferito che facessi un lavoro più tranquillo. Non sapevano mai dove fossi».
Hai avuto un’educazione religiosa?
«Sì. Grazie a mia mamma sono stata cresciuta con un profondo spirito credente che mi accompagna sempre».
A scuola eri secchiona?
«Lo ammetto. Però, uscivo e mi divertivo anche con le amiche. In più, giocavo a pallavolo».
Ti ha aiutato la bella presenza?
«Forse, ma non sono mai stata abituata a considerarla. Per i miei il valore è in quello che si fa. Io mi sorprendo quando vedo ragazze che puntano tutto sull’aspetto fisico».
Per andare in video occorre curare la propria immagine. Tu fai tanta palestra?
«No, odio la palestra, preferisco divano e libro! Quello che faccio con regolarità è mettermi la crema per il viso mattino e sera e quella per il contorno occhi. Comunque, per la palestra non avrei tempo».
Sei fidanzata in questo momento, a casa ti aspetta qualcuno?
«Non sono fidanzata. A casa, però, mi aspetta Luna, la mia meravigliosa gatta. Con le unghie mi ha rovinato tutte le sedie, ma le sono grata: almeno il divano l’ha lasciato intatto». ●
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Intervista di M.G. Sozzi pubblicata su Confidenze 46/2024
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