Michelle Hunziker e Gerry Scotti: «Insieme non ci annoiamo mai»

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Tornati per il decimo anno consecutivo alla conduzione di Striscia la notizia, Michelle Hunziker e Gerry Scotti, sono colleghi ma anche amici. Qui si raccontano a 360 gradi

Colleghi, ma anche amici, Michelle Hunziker e Gerry Scotti condividono parecchie cose, oltre al bancone di Striscia la notizia. Come l’amore per la famiglia. L’ottimismo. La gioia di essere nonni. E la capacità di sorridere anche di se stessi. Tornati per il decimo anno consecutivo alla conduzione del tigì satirico ideato da Antonio Ricci, qui si raccontano a 360 gradi.
Dieci anni insieme dietro al bancone di Striscia. Perché piacete sempre tanto?Michelle: «L’idea di metterci insieme a condurre Striscia la notizia è stata di Ricci. Io e Gerry ci conosciamo da una vita, il pubblico percepisce la nostra complicità. E Antonio lo sapeva».Gerry: «Già 10 anni? Non me n’ero accorto. Noi siamo amici e l’intesa non è finta, come spesso succede in tivù. È reale. Siamo come Sandra Mondaini e Raimondo Vianello, ma senza essere sposati».Cosa vi rende così complici?

Michelle: «Il fatto di volerci bene e l’avere in comune i valori fondamentali. Primo fra tutti, quello della famiglia. E poi, insieme non ci annoiamo mai».

Gerry: «L’aver saputo accettare le nostre diversità e l’essere persone risolte. Tra noi non c’è mai conflitto né concorrenza. Tant’è che in tutti questi anni non abbiamo mai avuto nemmeno uno screzio».

Vi conoscete dal 1994. Com’è stato il primo incontro a Buona Domenica?

Michelle: «Io ero una concorrente di Miss Buona Domenica e Gerry, che conduceva il programma, ha detto che il mio cognome sembrava un codice fiscale. Fin da allora ci siamo fatti tante belle risate insieme. Ma nessuno dei due pensava che ci saremmo rivisti. Invece, ci siamo ritrovati in parecchie altre trasmissioni. Ma a cementare la nostra amicizia è stata Paperissima, con il suo format difficile, pieno di effetti speciali. Stavamo sul set 18 ore, magari vestiti da panda. C‘erano momenti di stanchezza, ma bastava una battuta per tirarci su».

Gerry: «In realtà, quella ragazzina mi era rimasta impressa, avevo capito subito che aveva i numeri per sfondare. E così è stato. Paperissima? Era girata come un vecchio kolossal, 4-5 giorni per ogni puntata. Noi eravamo vestiti con costumi impossibili e truccati dalle otto del mattino, è stato come aver fatto il militare insieme!».

Cosa apprezzate l’una dell’altro?

Michelle: «Gerry non si vergogna mai di esprimere i suoi sentimenti. Vent’anni fa, ai Telegatti, ritirando un premio ha fatto una dedica così intensa a suo figlio che mi sono commossa anch’io. In più, è un uomo spiritoso, super risolto. E, come me, riconosce il valore del lavoro, lo ama, ma senza farsene ossessionare».

Gerry: «Di Michelle mi piace la leggerezza. Non l’ho mai vista con il muso, nemmeno nei momenti difficili, che pure ha avuto nella vita, ma che non hanno inciso sul suo carattere. Sa sempre affrontare tutto con il sorriso. E poi mangia come un cosacco, ma non ingrassa perché fa tanto sport».

Siete entrambi nonni (Gerry di Virginia, quattro anni e Pietro, due. Michelle di Cesare, due). Che esperienza è? I vostri nipotini si conoscono?

Michelle: «Si conoscono i nostri figli, i nipoti ancora no. Ma li faremo incontrare. Diventare nonna è un’emozione unica: vedi il proseguimento della tua vita. Sento che quel nipotino è “mio”, ma so che è di Aurora (28 anni). È meraviglioso, perché il tempo che passo con lui è ludico, senza stress. Ma se c’è bisogno ci sono sempre e non vedo l’ora che cresca. Com’è Cesare? Sono obiettiva, non è bello. È troppo bello! Quando mia figlia Sole (11 anni) ha saputo che Aurora aspettava un bambino sì è messa a piangere, diventare zia la faceva sentire vecchia. Adesso invece sia lei che Celeste (10) vogliono assolutamente essere chiamate zie».

Gerry: «Prima abitavamo vicino e ci frequentavamo spesso anche con i figli. Ora è più difficile, ma dobbiamo organizzare una vacanza tutti insieme per far conoscere i nipotini. La mia si chiama Virginia in mio onore, un regalo che mi hanno fatto mio figlio e mia nuora: Virginio è il mio vero nome, ma al femminile è più bello. I nipoti sono il segno del tempo che è passato, ma ci dicono quanto è bella la vita. Me li godo, passo sempre a trovarli. Nonne come Michelle? Non se ne vedono molte».

Michelle, nel 2018 hai anche co-fondato un brand di cosmetici naturali. Sono loro il tuo segreto di bellezza?

Michelle: «Se sei grata alla vita, si attiva uno stato di “innamoramento” che stimola le cellule. Io non porto mai rancore e se sai perdonare non invecchi, se coltivi tristezza e rabbia sì. La linea Goovi si ispira al mio stile di vita. Il concetto è che la bellezza parte dalla salute. E proponiamo anche integratori naturali».

Michelle, condurrai la finale dell’Eurovision Song Contest. Sei felice? Gerry, oltre allo Show dei record prepari altro?

Michelle: «Sono felicissima di questa occasione e orgogliosa che l’anno scorso abbia vinto la Svizzera. Condurrò in inglese, da Basilea. Poi, mi riposerò».

Gerry: «Dopo l’estate tornerò in tivù con Caduta libera, che avrà un finale nuovo. Ma posso ricordarvi anche il mio libro? Si intitola Quella volta (Rizzoli) e racconta tutte le cose strane che nella vita sono capitate a me. Ma nelle quali anche molti di voi si riconosceranno».

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Intervista di M. G. Sozzi pubblicata su Confidenze 15/2025

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