Francesco, mio figlio, è un bambino speciale non solo perché è nato con una malformazione congenita. Lui ha una visione della vita unica e dimostra come si possano superare le difficoltà con la forza dell’immaginazione
STORIA VERA DI ALESSANDRO CARDONE RACCOLTA DA GIOVANNA BRUNITTO
Mi chiamo Alessandro, vivo a Napoli e ho una bellissima famiglia composta da me, mia moglie Emilia e due meravigliosi figli: Vittoria, la prima, e Francesco, il secondo. La vita, si sa, talvolta può essere complessa e spesso ha messo la mia famiglia davanti a grandi prove, ma noi abbiamo sempre trovato il coraggio per affrontare le avversità. Vittoria è un’adolescente bellissima che sta terminando gli studi superiori e, come tutte le ragazze della sua età, ha una vita davanti che l’attende, e siamo certi che sarà una donna in gamba e farà grandi cose. Francesco, il nostro piccolo, ha 11 anni ed è un bambino speciale perché ha una visione dell’esistenza che poche persone al mondo possiedono. Quando Emilia aspettava Francesco eravamo molto contenti del nuovo arrivo in famiglia e tutto procedeva serenamente. Fino al settimo mese è stato così, poi un’ecografia ha evidenziato dei problemi nel feto che fino ad allora incredibilmente nessun dottore aveva né visto, né intuito. Non vi dico la paura che ci ha colto: in pochi giorni abbiamo dovuto trovare un ospedale che ci accogliesse e che, soprattutto, aiutasse il bimbo e mia moglie. Al Policlinico Gemelli di Roma abbiamo trovato accoglienza e aiuto e imparato a fidarci di nuovo dei dottori, a seguire le indicazioni e i consigli che ci davano. Emilia è arrivata al termine della gravidanza per fortuna senza grandi problemi, ma Francesco è nato con una grave malformazione congenita, l’idrocefalia. Le équipe del Policlinico Gemelli prima e del Santobono di Napoli dopo lo hanno curato e accudito sin dalla nascita e, nonostante le varie operazioni chirurgiche subìte a causa della sua patologia, oggi Francesco è un bambino vispo e allegro che disarma tutti per la sagacia e per la profondità dei suoi pensieri. L’idrocefalia in molti casi provoca gravi danni a chi ne è affetto, invece il nostro Francesco è un chiacchierone e si muove autonomamente senza particolari problemi. I dottori non ci hanno saputo spiegare perché lui riuscisse a fare cose che la scienza non ha previsto nei casi come il suo, eppure è così. Emilia è molto credente e per lei questo è un miracolo che si rinnova ogni giorno.
È strano come la vita tolga da una parte e dall’altra possa dare altrettanto, solo sotto forme diverse. Francesco ha affrontato tante battaglie e altre ancora lo attendono, eppure ha una forza d’animo che lascia senza parole e che soprattutto aiuta noi genitori ad andare avanti. Perché vi assicuro che davvero ci vuole tanta forza ogni giorno. Dirò solo che gli ostacoli burocratici e le ottusità amministrative spesso possono essere ancora più difficili da superare delle cure mediche. Io e mia moglie abbiamo combattuto perché a Francesco fossero riconosciuti gli stessi diritti, compresi quelli scolastici, che ogni bambino deve avere e alla fine ce l’abbiamo fatta. A proposito di sfide, vorrei raccontarvi l’ultima, nata quasi per caso. Eravamo in visita alla tomba di Virgilio a Piedigrotta e abbiamo conosciuto una coppia di americani molto simpatici. Francesco è entrato in sintonia con Christina e, saputo che la donna aveva appena scritto un libro, ha raccolto una foglia autunnale gigante dicendole che le avrebbe portato fortuna. Dopo qualche tempo, Francesco ha detto che anche lui voleva scrivere un libro. In effetti aveva preso l’abitudine di annotare ogni giorno dei pensieri.
Un sabato notte si è svegliato alle quattro del mattino e, ispiratissimo, con l’aiuto di mia moglie ha messo giù quasi tutto il libro. Noi genitori, per fargli un regalo di compleanno, siamo andati in stamperia per rilegare gli originali dei disegni e dei suoi appunti.
Lì ci attendeva una sorpresa perché lo stampatore era visibilmente commosso consegnandoci la prima copia e ci ha consigliato di rivolgerci a un’azienda web per farlo diventare un vero libro che avrebbe potuto essere messo in commercio. Ci abbiamo pensato bene per- ché cerchiamo di difendere Francesco dalle curiosità altrui non sempre gradevoli, ma alla fine ci è sembrata una buona idea. Se qualcuno avesse voluto conoscere nostro figlio attraverso i suoi disegni e le sue parole, sarebbe stato il benvenuto. Francesco ha anche deciso che avremmo destinato l’eventuale ricavato all’acquisto di un macchinario nuovo per l’ospedale pediatrico Santobono di Napoli utile per le diagnosi nei pazienti più piccoli.
Per noi era semplicemente una bella idea che non credevamo realizzabile.
Non avevamo fatto i conti con la magia che circonda nostro figlio. Vi dico solo che la foglia regalata a Christina Dalcher, che oggi è anche un’amica di famiglia, le ha portato davvero bene perché il suo libro, Vox, è diventato in pochi mesi un best-seller internazionale.
Uno dei messaggi di Francesco che amo di più, accompagnato da un disegno di un cuore rosso, recita così:“Con l’immaginazione puoi superare le paure e le situazioni difficili. Il motto della mia famiglia è: l’amore trionferà. L’amore e la fantasia possono essere una cosa sola e grazie a esse nessuno può impedirti di sognare”. Quando leggiamo queste parole io ed Emilia sia- mo ripagati di ogni sforzo fatto e siamo pronti ad affrontare le sfide che il futuro ci presenterà. Il libro si intitola Immagina e sta avendo un successo inaspettato: chi lo ha già comprato e letto ci manda dei messaggi davvero entusiasti.
Certo, per acquistare l’apparecchiatura occorrono migliaia di euro, ma siamo fiduciosi che con l’aiuto di tante persone potremo farcela.
Prima di agosto abbiamo presentato il libro a Luigi de Magistris, il Sindaco di Napoli, la nostra città, e per Francesco è stata una vera gioia potersi sedere sulla poltrona del primo cittadino. Ha scambiato quattro chiacchiere con lui e forse il progetto legato al libro avrà un seguito. Insomma, la strada è aperta davanti a noi. Come genitore di un bambino speciale so quanto possano essere difficili certi giorni e quanta forza richieda sostenere il peso delle responsabilità, ma so anche quanta gentilezza, professionalità e inaspettata disponibilità si può trovare in alcune persone. Io ed Emilia saremo per sempre riconoscenti a chi ha avuto e ha in cura Francesco. Quando il tuo bambino ti sorride, sai che sono serviti gli sforzi che hai fatto come genitore.
Non sempre va tutto liscio. A scuola Francesco ha dovuto combattere contro la ferocia e il bullismo di altri ragazzini; gli sberleffi possono fare molto male e non sempre l’attenzione degli adulti è adeguata. Io e mia moglie abbiamo dovuto fare sforzi immensi per riuscire a star dietro a tutto e la vita familiare ha subito vari colpi. Eppure siamo ancora qua ed è quello che conta.
Per il futuro, vogliamo fare in modo che il nostro Francesco sorrida sempre alla vita. L’ultimo bellissimo sorriso è nato quando un professore di filosofia lo ha definito “piccolo filosofo” per la sua capacità di trovare, attraverso il dolore, la porta per accedere all’invisibile. Spero tanto che il libro di Francesco possa strappare tanti sorrisi. Mio figlio scrive:“Se con l’immaginazione riesci a vedere l’invisibile, di certo puoi compiere l’impossibile”. Se lo dice Francesco che l’impossibile lo vive ogni giorno, bisogna fidarsi. ●
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