Deputate scollacciate, sandali adatti più a una festa in discoteca che a un’interrogazione parlamentare, canotte da domenica al mare. Le cronache si infiammano per l’ultima polemica estiva: quella di Montecitorio Beach, sollevata dall’onorevole Molliconi sull’abbigliamento poco onorevole delle sue colleghe per l’appunto onorevoli e autore anche delle foto diffuse poi dai social. Il tema è il rispetto delle istituzioni e la scelta di un dress code (come si usa oggi dire) idoneo non solo alla stagione ma anche al luogo di lavoro e all’occasione. Non si capisce perché, dice l’onorevole Molliconi, gli uomini non possono entrare in Parlamento senza giacca e non possono levarsela per regolamento mentre le donne invece sono libere di girare in canotta.
Detta così sembra l’ennesima lite da cortile tra deputati sfaccendati che dovrebbero invece occuparsi di temi ben più importanti, ma un fondo di vero la polemica ce l’ha. Perché esistono luoghi come appunto il Parlamento, le chiese, gli ospedali, le scuole, gli uffici, dove il rispetto per il ruolo che si riveste impone anche un decoro formale nel vestire. E quando viene meno quest’ultimo forse è un segnale anche di inedebolimento del prestigio di un’istituzione. Ma ve lo immaginate un medico di corsia con le infradito? E quando si entra in chiesa non c’è forse l ‘obbligo di avere le spalle coperte e i pantaloni lunghi? Per non parlare delle insegnanti le prime che dovrebbero dare il buon esempio presentandosi in classe possibilmente non in minigonne ascellari e top attillati. Infine voi a un colloquio di lavoro ci andreste in calzoncini? Mentalità antiquata? Chiediamo il vostro parere nel nostro sondaggio: È giusto rispettare un dress code in Parlamento?
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