Entro fine anno potrebbe arrivare un drastico ridimensionamento degli orari di apertura di negozi ed esercizi commerciali. Sono infatti al vaglio alla Camera ben due proposte di Lega e 5 Stelle che mirano a ridurre il numero di domeniche di apertura a solo otto in un anno. Faranno eccezione gli esercizi commerciali situati in località turistiche e balneari.
A introdurre la liberalizzazione degli orari di apertura dei negozi era stato il governo Monti nel 2012, sulla scia degli esempi delle grandi città europee. Il disegno di legge presentato alla Camera prevede proprio l’abrogazione della norma contenuta nel decreto Salva Italia di Monti e riporta alle Regioni e non più allo Stato il compito di disciplinare gli orari degli esercizi commerciali limitandone le aperture nei giorni festivi alle sole quattro domeniche del mese di dicembre, più ad altre quattro distribuite nel corso dell’anno.
Le motivazioni contenute nel testo del disegno di legge vanno dalla necessità di tutelare i piccoli esercenti esposti alla dura concorrenza della grande distribuzione e incapaci di tenere testa ai ritmi e al turnover di personale dei grandi centri commerciali, alla volontà di indurre le persone a riscoprire altri valori che non siano il consumismo o lo shopping domenicale: uno su tutti il piacere di stare in famiglia o di fare una passeggiata all’aria aperta.
Naturalmente il provvedimento ha già scatenato una bagarre politica e mediatica tra chi vede in esso una minaccia per tanti posti di lavoro e un danno all’economia del Paese e chi invece plaude a una regolamentazione che favorirebbe le botteghe storiche e i piccoli esercenti, rendendo anche più umane le nostre città.
Certo, viene da chiedersi, nell’era di Internet e dello shopping on line quanto possa essere incisivo un provvedimento del genere e quanto invece non finirà per favorire i vari Amazon di turno. Per questo vi chiediamo di esprimere il vostro parere nel nostro sondaggio: Negozi chiusi la domenica: sei d’accordo?
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