Ieri il Senato ha approvato ieri il disegno di legge che vieta la produzione e la vendita di carne coltivata, presentato dal Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida.
In Italia quindi non si potrà produrre, mettere in commercio e mangiare carne coltivata. Pena sanzioni amministrative di minimo 10.000 euro,
La normativa vieta anche l’uso di “nomi ingannevoli” per gli alimenti derivati da proteine vegetali prodotti in laboratorio. Quindi termini come bistecca di soia o carne di tofu, entrati nel linguaggio comune non potranno essere più utilizzati.
Il provvedimento arriva dopo mesi di polemiche in cui oltre 3.000 comuni italiani hanno sostenuto la petizione contro il cibo sintetico aderendo all’iniziativa legislativa, supportata da alcune delle maggiori organizzazioni di categoria (vedi Coldiretti) che si sono allineate alla posizione del governo.
Come sempre succede in questi casi, c’è chi plaude alla decisione governativa e chi invece non la approva. Tra i favorevoli sicuramente tira un respiro di sollievo il settore zootecnico e degli allevamenti intensivi, mentre sono in tanti a chiedersi se questa non sia un’occasione persa per l’Italia.
Guardando oltre oceano si scopre infatti che gli Stati Uniti lo scorso 21 giugno hanno approvato la produzione e la vendita di carne coltivata in laboratorio, (per ora solo quella di pollo) diventando il secondo paese al mondo, dopo Singapore, a prendere questa decisione. E che nel Regno Unito è stato aperto un centro di ricerca dedicato alla carne sintetica.
Come fa notare l’Osservatorio sulla Salute del Gruppo Santagostino l’industria della carne è responsabile del 16% delle emissioni di gas serra a livello globale, sia direttamente che indirettamente. E la domanda di carne è in continua crescita, per cui sarà impossibile riuscire ad evaderla in modo ecologico.
In secondo luogo, la carne coltivata in laboratorio offre un’alternativa senza sofferenza animale, (attualmente 80 milioni di animali vengono destinati al consumo umano ogni anno). Però il suo processo è costoso, in quanto richiede la coltivazione di cellule in laboratorio alimentate in un ambiente idoneo alla loro crescita, e per giunta è una produzione per ora su scala ridotta.
Ma soprattutto, aggiungiamo noi, resta sempre il dubbio della sicurezza sulla salute dell’uomo. Anche se molti sostengono sia più nociva la carne rossa e gli insaccati, responsabili di tante patologie.
Il dibattito è aperto, in gioco c’è il futuro di un’alimentazione più sostenibile. Per ora il legislatore ha preferito tutelare il più possibile la salute dei cittadini oltre a preservare un patrimonio agroalimentare italiano di rilevanza strategica per l’interesse nazionale. Tu cosa ne pensi? Saresti a favore della carne sintetica?
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