Mille miliardi di alberi da piantare nei prossimi 10 anni, una riduzione del 30% delle emissioni di metano entro il 2030, sono i risultati degli incontri di questi giorni – il G20 a Roma e il summit dei leader dei COp26 a Glasgow – per combattere l’emergenza climatica. La 26esima Conferenza sul clima in corso a Glasgow si è conclusa ieri con due importanti risultati: fermare le deforestazioni entro il 2030 con uno stanziamento di 18 miliardi di dollari di fondi pubblici e privati che servirà a recuperare le foreste danneggiate; ridurre le emissioni di metano al 2030, un provvedimento che già da solo porterebbe alla riduzione del riscaldamento globale di almeno 0,2 gradi entro il 2050.
Per ora gli indici confermano un aumento di 2,7 °C, cosa che dalle Nazioni Unite è stata definita come la “catastrofe climatica”.
Senza interventi risoluti infatti la temperatura globale raggiungerà la soglia del +1,5 °C già nel 2040, con una serie di ricadute come inondazioni, ondate di calore, incremento della siccità (leggi rischio di incendi) e della povertà.
L’accordo di Glasgow è stato firmato da oltre 100 Paesi che insieme coprono l’85% del patrimonio forestale del globo ribadendo così l’importanza degli alberi nel contribuire ad assorbire l’anidride carbonica e combattere l’inquinamento atmosferico.
Eppure al di là di questi risultati concreti portati a casa, c’è molto scetticismo sull’efficacia della lotta dei governi all’emergenza climatica: spicca per esempio l’assenza ai negoziati di Paesi come Cina e Russia, mentre India e la stessa Cina hanno fatto sapere che riusciranno a raggiungere le zero emissioni rispettivamente solo al 2070 e al 2060.
E poi ci sono i movimenti di protesta di Greta Thunberg che manifestano accusando i leader di fingere di prendere impegni per poi dimenticarsi di mettere in pratica quanto promesso: “All’interno della COp26, ci sono solo politici e persone al potere che fingono di prendere sul serio il nostro futuro, che fingono di prendere sul serio il presente delle persone che sono già colpite adesso dalla crisi climatica” ha detto l’attivista svedese.
Persino la Regina d’Inghilterra Elisabetta II, impossibilitata a presenziare alla COp26 per motivi di salute, ha comunque fatto sentire la sua voce lanciando un messaggio di esortazione ai leader affinché operino insieme per creare un “futuro più stabile”. Non c’è più tempo è l’appello che giunge da più parti per l’emergenza del pianeta Terra. Le decisioni non sono più procrastinabili.
Per questo abbiamo pensato di chiedervi se anche tu pensi che sia davvero così, che l’emergenza climatica sia davvero una questione non più rimandabile. Rispondi al nostro sondaggio.
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