Il 22 aprile si celebra la Giornata Mondiale della Terra, un appuntamento istituito dalle Nazioni Unite nel 1970 e che quest’anno assume un rilievo particolare vista l’ondata di manifestazioni e proteste sorte a supporto del movimento di Greta Thunberg, “ la ragazzina con le treccine” che ha denunciato in tutto il mondo l’inerzia e l’indifferenza delle istituzioni alle tematiche di protezione dell’ambiente.
Il vero problema è l’esaurimento delle risorse naturali della Terra: ne consumiamo più di quanto il pianeta è in grado di produrre. Nel 2017 abbiamo vissuto “a credito” a partire dal mese di agosto: abbiamo cioé usato usato risorse che non sono mai state più rimpiazzate, fa sapere la Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition. Buona parte di queste risorse sono servite per produrre cibo, ma il punto è che un terzo di quegli alimenti viene gettato o sprecato, generando circa l’8% delle emissioni globali di gas serra. Siamo quindi in presenza di un circolo vizioso: il territorio è sovra sfruttato ai fini della coltivazione e produzione di cibo che finisce sprecato, con il conseguente inquinamento e produzione di gas serra.
Per dare l’idea delle dimensioni del problema, Nei Paesi sviluppati l’impatto dello spreco alimentare conta 222 milioni di tonnellate di cibo, quanto la produzione alimentare disponibile dell’Africa sub-sahariana, e l’acqua usata per irrigare i terreni che producono cibo non mangiato equivale alla portata annuale del fiume Volga in Russia.
Il 45% di frutta e verdura nel mondo viene buttato, ci dice la FAO: Lo spreco avviene sia a livello industriale, a causa di fattori climatici e ambientali non favorevoli e di surplus produttivi; sia a livello domestico, perché compriamo troppo o non conserviamo bene i cibi.
L’altro tema centrale dell’Earth Day 2019 è la campagna in difesa delle specie in via di estinzione. Siamo a rischio di una sesta estinzione, dicono gli esperti dell’Earth Day Network, citando il libro di Elizabeth Kolbert (Sixt Extinction, 2014). Cambiamento climatico, deforestazione, inquinamento e traffico, sfruttamento eccessivo delle risorse agricole e uso di pesticidi sono tutti fattori concomitanti alla sparizione di numerose specie animali: il problema è che ciò avviene a una velocità da 1.000 a 10.000 volte maggiore a prima: in particolare l’attenzione è puntata sugli animali che vengono decimati a causa delle attività dell’uomo (le api, le balene, le giraffe ma anche ecosistemi come le barriere coralline).
Cosa possiamo fare noi in concreto? Intanto ridurre lo spreco di cibo (gli italiani gettano in media 145 kg di cibo pro capite, più di quanto potrebbe consumare mediamente in un anno una famiglia di tre persone) poi evitare il più possibile di somministrare pesticidi e anticrittogamici, limitare l’uso della plastica per esempio sostituendo le bottiglie dell’acqua con quelle di vetro e infine tenere sotto controllo gli elettrodomestici che non si usano, spegnendoli.
In questi giorni sono tante le manifestazioni previste: si parte dal tradizionale Concerto per la Terra a Roma il, 22 aprile, alla Terrazza del Pincio di Villa Borghese, per proseguire sempre a Roma con il Villaggio della Terra dal 25 al 29 aprile con più di 600 attività e laboratori per sensibilizzare l’opinione pubblica.
Insomma la cura per il Pianeta Terra non è più una fissazione degli ecologisti com’è stato considerata per anni, ma un’urgenza per tutti. Per questo alla vigilia della Giornata Mondiale della Terra vi chiediamo: Ti preoccupa il futuro della Terra?
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