La felicità delle donne
di Sara FarouqIl mio sabato è iniziato in ritardo, ho raccolto le forze per farmi il caffè solo dopo le undici. Penso a cosa mi inventerò per riempire quest’altro giorno di quarantena: cosa mi rende veramente felice? Prima della quarantena, questa domanda, cruciale, era sempre offuscata dalle mille attività, impegni e distrazioni. Ora sono costretta a farmela, e soprattutto a rispondermi, nonostante fuori la primavera chiami a gran voce invitando ad imitare i fiori che, spensierati, escono a guardare il sole rimandando l’introspezione ai giorni di pioggia. Provo ad attingere ispirazione dagli altri: sui social alcuni sperimentano le loro doti culinarie, altri quelle sportive. Io non ho né l’una né l’altra e lo sconforto passa in vantaggio. Penso a cosa mi piace fare davvero. Sono una ventiquattrenne appassionata di lingue, ne parlo cinque. Scelgo quelle in cui sono più fluente e decido di metterle a disposizione. Andata! Scrivo un post: chiunque voglia imparare o esercitare una lingua non esiti a contattarmi. Offro lezioni gratuite. L’iniziativa ha successo. Più tardi ho un appuntamento Skype con un mio vecchio amico, da sempre affascinato dall’arabo. E alla sua si aggiungono altre richieste. Cara tristezza non mi avrai nemmeno oggi. E non avrai mai nessuna donna che ogni mattina si chiede “cosa mi rende davvero felice” e cerca la risposta in una borsa, in un rossetto, in una lezione…
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